Nel futuro di Volterra un teatro stabile dentro il carcere

di ARMANDO PUNZO*

Credo che per Volterra il tema della rigenerazione significhi in qualche modo ri-creazione, cioè creazione di nuovo, a partire da un modello già esistente che va ripensato, reinventato e riscritto completamente. 

Il lavoro che da oltre trent’anni porta avanti la Compagnia della Fortezza può considerarsi un esempio concreto di quello che intendo. Durante l’audizione di Volterra per la fase finale di candidatura al titolo di Capitale italiana della cultura 2022, abbiamo mostrato un breve video che si riferiva a Beatitudo, spettacolo prodotto nel 2018, poi in tour in Italia nel 2019. I frame mostravano l’ingresso nel Carcere di Volterra. Per quello specifico allestimento c’era stato bisogno di una prospettiva maggiore, ci serviva la massima profondità nello spazio scenico perché volevamo un orizzonte di cui non s’intravedesse la fine, così abbiamo tagliato tutte le sbarre del cortile d’aria del carcere e creato un vero e proprio lago.

Purtroppo, quando si parla di teatro in carcere, il pensiero comune lo associa subito a un’idea di teatro sociale, che persegue solo fini di riabilitazione e rieducazione. Non se ne parla mai in termini artistici. Questo è un tema che considero centrale. È sempre stata una delle mie più grandi preoccupazioni perché la mia scelta è stata invece esclusivamente artistica. Il che non significa che poi non ci siano delle ricadute anche negli ambiti rieducativi e riabilitativi, spesso anche molto proficue.

La Compagnia della Fortezza è un’esperienza ultratrentennale.  Lavoro, fin dal primo giorno, in una cella di dieci metri per tre.  Gli attori sono circa ottanta. Adesso è il momento di fare un salto in avanti: abbiamo bisogno di costruire un teatro all’interno del carcere. Dopo trentatre anni di lavoro quotidiano abbiamo davvero bisogno di questo spazio. Parlo anche a nome di tutti gli attori della Compagnia della Fortezza, che sono tanti e che hanno seguito dal carcere l’audizione in diretta. E lo dico a nome dei collaboratori, che sono più di cinquanta, sparsi in tutta Italia.

Avere un teatro all’interno del carcere significherebbe non disperdere il patrimonio di questa esperienza, dare la possibilità di una prospettiva nel futuro, significherebbe poter presentare spettacoli durante tutto l’anno mentre oggi riusciamo a farlo soltanto nell’ultima settimana di luglio o nel periodo estivo. Significherebbe fare formazione ai mestieri del teatro, cioè fare formazione maggiore per tutti gli attori e quindi creare opportunità di lavoro, significherebbe avere la possibilità di fare una stagione teatrale all’interno di un carcere.

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(Un'immagine del dossier Volterra2022)

La Compagnia della Fortezza è l’unica esperienza al mondo ad avere creato una vera compagnia d’arte all’intero di un carcere. È una storia unica che ha fatto da apripista per molte altre, ed è nata a Volterra, non nei centri deputati. Grazie alla spinta portata da Volterra 22, speriamo finalmente di sbloccare questo progetto fondamentale (a cui lavoro da “appena” vent’anni), già approvato e finanziato al Ministero della Giustizia, ma che purtroppo sta incontrando difficoltà che speriamo di sciogliere presto.

Volterra meritava questo grande balzo in avanti! Questo salto verso un domani possibile da costruire insieme. Sono sicuro che tradizione e innovazione, se non vissute in antitesi, sono una sfida per il futuro. E confido che il nuovo titolo di Città toscana della cultura 2022, istituito dalla Regione Toscana con l’obiettivo di non disperdere il patrimonio di energie della candidatura, possa davvero offrire uno sguardo su quello che verrà, aprendo una finestra sulla parte di questa terra che vuole guardare al domani costruendo qualcosa di nuovo.

In tutta sincerità, è stato fatto un lavoro fino a poco tempo fa impensabile per molti anche nella nostra città, spero che venga compreso in tutte le sue declinazioni e ricadute e che si affermi questo nuovo modello di città estesa che promuove un’altra idea di centralità attiva e trasformatrice. Faccio, infine, i miei sinceri complimenti a Procida e auguro a tutte le città, anche se non vincitrici, di continuare con la stessa determinazione il lavoro iniziato. La cultura e le arti del nostro Paese attendono un nuovo futuro.


*ARMANDO PUNZO (Nato a Cercola nel 1959, inizia la sua attività di attore e regista a Napoli nel ’78 con spettacoli di strada del Teatro Laboratorio Proposta. Dal  1983 a Volterra,  nel 1987 fonda l’Associazione culturale Carte Blanche di cui è attualmente direttore artistico. Nel 1988  inizia a lavorare con i detenuti del Carcere di Volterra: nasce così la Compagnia della Fortezza, allora unico progetto di teatro in carcere, esperienza ormai nota in tutto il mondo. Il suo obiettivo è trasformare la Compagnia in teatro stabile e fare del carcere di Volterra un vero e proprio istituto di cultura piuttosto che di pena)   


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