Luce sull'archeologia, così il potere organizzò le città

di BIANCA DI GIOVANNI*

Sapevate che Atene millenni fa fu definita la città a forma di ruota di carro? E che Roma antica, più tardi, negli anni di Giovenale era tanto pericolosa per via delle tegole che potevano caderti in testa, o le gomitate che potevano colpirti ai fianchi, oppure la folla che poteva soffocarti, che era considerato “rischioso” uscire per cena senza fare prima testamento? E ancora, che nella penisola italica esisteva una seconda Roma, con ben due fori, uno politico e l’altro commerciale, anfiteatri ampi quasi come il Colosseo e una ricchissima vita politica e culturale? Era l’antica Capua, oggi Santa Maria Capua Vetere, la città di Spartaco, delle gesta dei gladiatori, delle scuole di cavalleria dell’esercito romano, delle “matres” originarie degli oschi, antica popolazione preromana.


I prossimi appuntamenti di "Luce sull'archeologia 


Della vita cittadina di secoli fa si è parlato al teatro Argentina di Roma domenica 6 febbraio, al primo appuntamento dell’VIII edizione di “Luce sull’archeologia”, rassegna dedicata quest’anno proprio alle “città romane”.  Un viaggio nell’idea di urbe, nelle sue origini e i suoi sviluppi, la sua realtà storica e quella immaginata dagli artisti e scrittori, guidato da esperti e cattedratici di primissimo livello.


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(L' anfiteatro a santa Maria Capua Vetere)


Tra i momenti più affascinanti di questo viaggio nel tempo e nello spazio c’è il suo inizio. Come si è arrivati a fondare una città? Chi ha pensato di costruire e organizzare uno spazio nei modi che oggi in occidente ci sembrano quasi naturali? Perché, intendiamoci, c’è una bella differenza tra un gruppo di caverne abitate da cacciatori, o casupole sparse fatte di fango, e una Città. Quest’ultima ha spazi pubblici ben delimitati e riconoscibili, templi e palazzi del potere, infrastrutture funzionali alla sua economia e, nei tempi antichi, aveva sempre anche le mura.

Così accade che il viaggio tra le città parte da una terra oggi assolutamente disabitata, anzi apparentemente desolata, quasi desertica, che si estende tra Turchia e Siria. È qui, vicino alla città turca di Urfa, che sono stati trovati i resti più antichi del mondo di templi e altari. Edifici molto più antichi delle piramidi (circa 11mila anni prima di Cristo), sorti in quella che si chiama la mezzaluna fertile: un territorio dove le popolazioni hanno deciso di fermarsi e trasformare la loro esistenza da nomade a stanziale. Ma, attenzione, non è stata la scelta di coltivare la terra la molla che ha fatto nascere la città. Forse è stato proprio il contrario: l’agricoltura nasce perché già c’è una struttura urbana. E allora questa da dove viene? Semplice: dal potere. È stata la politica/religione a creare la città, sono stati i rapporti di potere tra le persone a dare la spinta perché lo spazio comune fosse riconoscibile.

E allora ecco che la città si definisce come luogo dell’organizzazione del potere. Nella Atene dei tiranni erano loro ad occupare lo spazio dell’agorà. Ma con l’arrivo della democrazia in quel luogo i nomi dei tiranni vengono cancellati, lo spazio viene delimitato con dei cippi di marmo. Quasi a indicare in un perimetro ben delimitato che quella era una nuova città. Agorà, poi la collina dove sorgono i templi e il Partenone, le alte mura e infine una lunga strada, un rettifilo che dal cuore della città porta al Pireo, il porto da cui arrivano merci e uomini. Cosi si definiscono i luoghi del potere religioso, politico e economico.


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(Atene, l'Acropoli)


Per il resto, Atene è fatta di casupole basse e disordinate, circondate da stradine e vicoli fangosi. Nulla che faccia pensare a una capitale. Roma riprende quei luoghi (politica, religione e economia) e li moltiplica per tutto l’impero, tramandando così un’idea di città che vale ancora per noi oggi. 

Il percorso dell’archeologia, dell’arte e della storia è molto complesso e difficile da riassumere. Ma i relatori sono riusciti a sconfiggere il tempo. Sono intervenuti Emanuele Greco dell’Orientale di Napoli, Annalisa Lo Monaco della Sapienza di Roma, Francesco Sirano direttore del Parco Archeologico di Ercolano. A introdurre la rassegna Claudio Strinati. Prossimo appuntamento il 20 febbraio, sui luoghi della religione e i rapporti dei romani con gli dei. Il 27 febbraio la Roma di Nerone e il 6 marzo quella di Augusto. L’itinerario non si ferma qui. Seguiranno Agrigento, Paestum, le capitali d’Italia, Milano, Ravenna e Roma, per finire con Luciano Canfora l’8 maggio su Platone e la Kallipolis. Buon viaggio.


*BIANCA DI GIOVANNI (Ha frequentato per 30 anni i Palazzi del potere economico per seguire i numeri della finanza pubblica per l’Unita’. Oggi si dedica alla natura estrema e incontaminata e alla lotta al riscaldamento climatico seguendo un progetto di sviluppo sostenibile su arte e natura nell’Abruzzo interno, Regione in cui è nata)

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