Le zeppole napoletane come le facevano a inizio Novecento

di ANGELO MELONE*

Mia nonna era nata nel 1888 in un paese del Sannio campano tra Caserta e Benevento. Ricordava ancora le storie dei briganti. Ha vissuto molto e bene: una roccia che si ostinava a stare da sola nei mesi estivi, nella casa che era stata la sua da piccola, fino a 99 anni. Poi a 99 e mezzo – a un passo dal traguardo – ha deciso che poteva bastare. 

Ma, soprattutto, cucinava. Cucinava benissimo, tanto che spesso i miei compagni di classe - nei mesi in cui era a casa mia a Roma - si invitavano senza ritegno per aggredire montagne di pizzelle col pomodoro, zeppole, alici imbottite e una marea di altri piatti veloci (per lei…) che dispensava con gioia.


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“FoglieViaggi” ha avuto l’idea di cercare ricette storiche. Ne ho trovate alcune in un libro da maneggiare con cura: sono - ormai sbiadite - sulle pagine bianche iniziali del suo Artusi del 1917, scritte ovviamente con pennino e calamaio. E allora eccovi la ricetta delle zeppole napoletane… di inizio Novecento.

“Mettete a bollire in una casseruola due bicchieri d’acqua, mezzo bicchiere di Marsala di vino bianco generoso, sale e pepe.


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Quando bolle forte buttatevi quattro bicchieri di farina e rimestate continuamente finché la pasta non si stacchi dal fondo della casseruola.

Allora ungete con olio la spianatoia e mettetevi sopra la pasta aggiungendovi due uova e lavorando molto e con forza. Fatene poi delle ciambelline e friggetele con olio d’oliva”,


*ANGELO MELONE (Nato nel '56, giornalista prima a l'Unità poi a Repubblica. Ama fare molte cose. Tra quelle che lo avvicinano a questo sito: la passione per i viaggi, tanta bicicletta e i trekking anche di alta quota)  

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