LA RECENSIONE - Vaia, occhi su un disastro annunciato

di MANUELA CASSARA' e GIANNI VIVIANI* 

Tanti hanno ancora negli occhi della mente la memoria di quelle immagini; è rimasta impressa dentro chiunque avesse un televisore accesso in quei fatidici giorni dal 26 al 30 ottobre del 2018. I reportage e le riprese aeree, incalzanti, raccontavano a un’Italia addolorata e incredula un evento di portata biblica, una deflagrazione degna di un Disaster movie di hollywoodiana potenza,  quasi un asteroide dallo spazio profondo fosse finito sulle pendici delle meravigliose montagne del Veneto. Come una spaventosa onda d’urto post fallout atomico, tale da ridurre milioni di alberi a un cimitero di giganteschi fiammiferi accatastati. Quella distruzione aveva un nome: VAIA.  E anche un cognome, VAIA JAKOBS. 

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Una strana usanza questa, nata negli anni’50: da quando l’Università Libera di Berlino, a fronte di un obolo, aveva permesso di assegnare un casuale nome di donna ad uno specifico evento meteorologico. Ammesso che esista veramente una signora Vaia Jakobs, per sua fortuna, non ha nulla a che vedere con la devastazione causata da un vento di scirocco che per ore, per giorni, soffiò fino a 200 chilometri l’ora, schiantando 14 milioni di alberi, distruggendo migliaia di ettari di meravigliose foreste, mettendo in ginocchio un intero territorio e procurando danni per quasi tre miliardi di euro.

Gli scienziati attribuiscono l’evento VAIA a quei cambiamenti climatici estremi diventati ricorrenti negli ultimi anni, ma che il mondo politico e industriale si peritano d’ignorare e che invece un fotografo, Manuel Cicchetti, ha voluto documentare con il suo libro.

 Fin da ragazzo la fotografia era stata la sua prima passione, ma l’istinto per l’immagine lo aveva portato a lavorare soprattutto per l’arte, il teatro e, molto e specialmente, per la musica, e a collaborare come manager creativo anche con importanti agenzie per prestigiose campagne pubblicitarie. Nel 2016  la scelta di tornare al primo amore. Poi è nato anche questo libro, VAIA, viaggio consapevole dentro un disastro, raccontato a due mani. 

Una sono le parole. S’inizia con quelle di Angelo Miotto, scrittore e giornalista, caro amico di Cicchetti. Ce lo presenta così, nella parte anteriore della prefazione:  Manuel  “è la sintesi perfetta tra etica e estetica. Le sue storie, nonostante prendano spunto da un evento naturale drammatico, inebriano di bellezza e sono capaci di restituire valori”. vaia3JPG

Seguono le parole dello stesso Cicchetti. Inizialmente scarne, fattuali,  la cronaca del suo viaggio nel territorio per testimoniarne le ferite, per condividere lo strazio e lo sgomento di una popolazione impotente davanti alla forza della natura, ma determinata a salvarla, a ricostruirla. Parole che diventano via via più emotive quando cita, facendole sue, quelle profetiche di un grande maestro della fotografia naturalista, Ansel Adams, pronunciate il 24 Agosto del 1968, durante un convegno del Partito Democratico, a pochi anni di distanza dagli eventi traumatici che avevano segnato il mondo e la storia:  la Crisi dei Missili di Cuba del ’62, il discorso di Martin Luther King “ I have a dream”, l’assassinio di John Kennedy del ‘63, l’escalation della Guerra in Vietnam, la nascita del movimento Hippy:

“Il terribile problema che abbiamo ora di fronte a noi è COME SALVARE QUESTO PIANETA PERCHE’ SIA UN MONDO IN CUI POTER VIVERE. La tutela ambientale è implicitamente più importante della guerra e della pace, della politica e del razzismo, dei problemi e delle gelosie nazionali e internazionali.  Se i principi di base dell’ecologia, naturale e umana, non vengono ascoltati, l’uomo è sicuramente condannato”.

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Da quel discorso al VAIA il distruttore, ci ricorda l’autore, sono passati 50 anni esatti, eppure poco, nulla o troppo poco è stato fatto. E molto, tanto, tutto, è ancora da fare. Nel frattempo, la realtà dello scempio ambientale sono i cadaveri dei quattordici milioni di alberi, abbattuti dalla furia dello scirocco, poi riordinati con pazienza, accatastati con diligenza dalla mano dell’uomo. Un lavoro necessario. Faticoso. Doloroso. Per recuperare qualcosa dall’irrecuperabile.

Sono foto drammatiche, quelle di Cicchetti, che l’uso classico del bianco e nero fa diventare documenti, testimonianze, quasi foto di guerra.  Scatti di denuncia, un sofferto grido di dolore, ma anche un atto di amore.  Amore che non può prescindere, mai, dall’esprimere la bellezza, seppur struggente.  Amore che parla al cuore, grazie alla bella scelta poetica di chiamare per nome ogni pezzetto di legno contorto, ogni pila di tronchi spezzati, aggiungendo una storia, un piccolo commovente commento, a didascalia di ogni scatto.

E dall’incontro con il popolo di quel territorio martoriato, Cicchetti ci lascia la loro voce, fatta di speranza:

“ La natura è più forte, datele tempo, rinascerà

Parole nelle quali tutti noi vogliamo credere e operare per farle diventare realtà.

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titolo              "Vaia. Viaggio consapevole dentro un disastro"   autori  Manuel Cicchetti, Angelo Miotto 

in italiano, inglese e spagnolo  traduttori     Patrizia Ronchetti, Silvia Grippaldi, Marta Pacini 

curatore   Jacopo Anti  ed.   The Music Company   pagg   142    prezzo    38 euro


*MANUELA CASSARA’ (Roma 1949, giornalista, ha lavorato unicamente nella moda, scrivendo per settimanali di settore e mensili femminili, per poi dedicarsi al marketing, alla comunicazione e all’ immagine per alcuni importanti marchi. Giramondo fin da ragazza, ama raccontare le sue impressioni e ricordi agli amici e sui social. Sposata con Giovanni Viviani, sui viaggi si sono trovati. Ma in verità  anche sul resto) 

*GIANNI VIVIANI (Milano 1948, fotografo, nato e cresciuto professionalmente con le testate del Gruppo Condè Nast ha documentato con i suoi still life i prodotti di molte griffe del Made in Italy. Negli ultimi anni ha curato l’immagine per il marchio Fiorucci. Ha anche lavorato, come ritrattista, per l’Europeo, Vanity Fair e il Venerdì di Repubblica. La sua passione più recente sono le foto di viaggio)


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