Il Rifugio della Rocca: "Così trent'anni fa scoprimmo Calascio"

di GABRIELLA DI LELLIO* 

Decido di andare ad incontrare Paolo Baldi per farmi raccontare la sua storia. E’ stato il primo abitante del paese abbandonato, per poi diventare titolare dell’albergo diffuso il “Rifugio della Rocca”. Il Rifugio è meno pubblicizzato di quello di Santo Stefano di Sessanio, ma è altrettanto affascinante per il luogo e l’offerta. 

È un sabato di piena estate, e parto presto di mattina per evitare i turisti. All’inizio della strada che da Calascio porta alla Rocca trovo una sbarra di divieto di accesso per ordinanza comunale. Alcuni ragazzi che noleggiano biciclette lì accanto mi spiegano che nei fine settimana estivi la strada viene chiusa perché gli autobus e le automobili non potrebbero fare manovra o transitare contemporaneamente in quei tre chilometri stretti e tortuosi. Manca il servizio di navetta per cui decido di incamminarmi verso il paese. Dopo poco vedo un'auto procedere nella mia direzione, sicuramente autorizzata a salire e chiedo un passaggio perchè ho timore di arrivare tardi. Una coppia gentilmente mi accoglie, mi chiedono dove sono diretta e così scopro di essere proprio sull’auto di Paolo Baldi. 

Arriviamo in paese, mi offro di aiutarlo a scaricare degli scatoloni e ci sediamo all’ombra in uno dei tavolini di legno del suo bar per una chiacchierata. 


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(Paolo e Susanna Baldi)


Nato a Roma, Paolo vi ha vissuto fino all’82 per poi andare a New York per tre anni, e successivamente a Parigi, dove ha lavorato come accompagnatore per l’agenzia Terres d’Aventure, organizzando viaggi nel Sahara, in Oriente ma soprattutto nei paesi del nord, Norvegia ed isole Svalbard. Proprio in queste isole ha conosciuto Susanna, turista romana, che divenne sua moglie e la madre dei suoi figli. Hanno vissuto per qualche anno a Roma, dove Susanna, laureata in Economia, lavorava per l’IBM. Ma sono tutti e due appassionati di montagna, amano i luoghi estremi, e ad un certo punto hanno sentito l’esigenza di andar via dalla città. Paolo mi racconta che pensarono a diversi luoghi dove trasferirsi, tra cui le Alpi, ma poi la scelta cadde su Rocca Calascio. Conosceva bene l’Abruzzo, dove veniva a sciare negli anni ‘70. 

Nel ‘91 Paolo e Susanna iniziarono a comprare ruderi con gli alberi che erano cresciuti all’interno; era un’operazione complicata perchè le proprietà erano indivise. Decisero di iniziare con una casa della Curia, l’attuale nucleo originario dell’albergo.


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(Il nucleo centrale del Rifugio) 


“Siamo venuti ad abitare qui nel ‘94” mi dice Paolo. Nei primi due anni del loro trasferimento a Rocca Calascio erano stati appena avviati i lavori per le fognature e si usava l’acqua piovana raccolta nelle cisterne, per l’acqua da bere invece si doveva andare alla fontana del paese. La strada non era asfaltata ed anche per il telefono ed il WiFi c’erano problemi. Inoltre quando nevica in inverno Rocca Calascio è completamente isolata. Avevano solo la televisione.

Paolo e Susanna hanno cinque figli. Il primo, Nicolò, l’unico nato a Roma, aveva due anni quando si trasferirono qui. Oggi trentenne, si è laureato in biotecnologie a Bologna e si è trasferito in Olanda. Pietro, ventotto anni, laureato in scienze motorie a Bologna, e Giorgio, ventiseienne, lavorano per un’agenzia di viaggi in Norvegia. Al Rifugio incontro Margherita, vent’anni, che studia a Trento biotecnologie e Dario, liceale sedicenne, che vedo servire ai tavoli. Almeno per ora, non traspare da parte dei figli la voglia di proseguire nella scelta fatta dai loro genitori.


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(La sala colazione del Rifugio della rocca     foto di Gabriella Di Lellio)


E’ un via vai di clienti che vengono a cercare Paolo per salutare e ringraziare dell’ospitalità, devo lasciarlo lavorare ma non resto sola a lungo, arriva Susanna con la sua zuppiera piena di pesche. Sta preparando la marmellata, tanto vale farlo in compagnia. Susanna è una donna particolare, schiva, parla a voce bassa, gran lavoratrice e soprattutto: geniale. Nel 2018, tramite un investimento INVITALIA concesso nel cratere aquilano dopo il sisma del 2009 per progetti culturali di promozione turistica, ha creato un’applicazione per musei di nome OperaParla.  

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(L'esterno del Rifugio della rocca            foto di Gabriella Di Lellio)


A differenza delle comuni audioguide museali, l’ applicazione OperaParla, che collega i quattro paesi di Calascio, Santo Stefano di Sessanio, Castelvecchio Calvisio e Castel del Monte, permette al visitatore di camminare liberamente perché piccoli trasmettitori (beacon) posizionati a fianco di luoghi degni di nota gli raccontano storie e lo guidano nel percorso. E’ sufficiente uno smartphone per ricevere un segnale bluetooth e collegarsi alle registrazioni, tutte opera di Susanna. Per ora è Susanna a fornire i cellulari con l’applicazione che tra qualche mese sarà disponibile sugli store. Oggi si può visitare il sito www.operaparla.it 


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(Il telaio del negozio Chiù alla Rocca)

L’albergo fu inaugurato nel ‘96, era solo una camerata con dei letti a castello, da cui la denominazione di Rifugio della Rocca. Nel corso del tempo Paolo e Susanna hanno acquistato e ristrutturato altri ruderi. Nel 2006 nacque l’albergo diffuso con nove camere doppie e triple, un ristorante, un bar e la sede della Cooperativa della Rocca dove si svolgono attività culturali come presentazioni di libri, mostre e concerti, soprattutto con l’Officina Musicale del Maestro Orazio Tuccella, che è originario del vicino Castel del Monte. L’albergo è aperto tutto l’anno. Guide alpine offrono attività differenti a seconda della stagione, dallo sci alle passeggiate o arrampicate in montagna.  

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Per gli amanti dell’e-bike invece, ci sono percorsi ciclabili che collegano i diversi luoghi con i mezzi che si possono noleggiare presso la sede della Cooperativa della Rocca.

Ma alla Rocca si può arrivare in e-bike anche da Assergi, “scavalcando” il Gran Sasso, con la guida di Emanuele De Simone, presidente della Higher Gran Sasso Activities, allenatore di sci ed operatore turistico.


i link

http://www.rifugiodellarocca.it 

highergransasso@gmail.com