HOTEL DI CHARME - Casa Cannavacciuolo a Ticciano: tradizione, innovazione e un omaggio alle Langhe

foto e testo di ANDREA DI MARTINO*

La casa è quella dove da bambino è nato e cresciuto Antonino Cannavacciuolo,  protagonista indiscusso di Masterchef. Le sue origini di Vico Equense, in particolare il piccolo borgo collinare di Ticciano, lo hanno ricondotto alle radici,  per dare vita al progetto Laqua Countryside. Un piccolo Hotel di charme con una sala ristorante da pochi tavoli, in una terra già in sé destinata.

La passeggiata è piacevole ma non agevole, si sale sulla via Giovanni Bosco dalla intersezione con la Statale Sorrentina e superati i borghi di Pacognano, Fornacelle Alberi, Arola e Preazzano si giunge nella piazza di Ticciano. Da qui, seguendo una stradina tortuosa in discesa, si arriva alla dimora paterna dello chef.


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Si è accolti con grande classe ed attenzione da Eduardo Buonocore, maitre di esperienza e professionalità che ha guidato le sale di importanti ristoranti stellati della zona: le sue origini ticcianesi hanno suggerito a Cannavacciuolo di affidare a mani sicure la nuova creatura. Eduardo è affiancato in sala da Antonio Indovino, sommelier competente, a ricostruire una coppia già collaudata allo Yatch club di Marina di Stabia, nello staff dello stellato Peppe Guida. In cucina ritroviamo Nicola Somma, alter ego a Ticciano di Cannavacciuolo, proveniente dal Bistrot di Torino, dove aveva conquistato una stella Michelin. Anche lui torna nella terra di origine, visti i suoi natali gragnanesi.

"Ritorno alle origini" è anche il titolo del menu degustazione che abbiamo scelto.  Due calici di Contratto blanc de blanc, selezionati per i locali del gruppo, aprono accompagnati da una parata di amuse-bouche, tra cui risalta la focaccina con culaccia vicana e la polpettina di genovese. Il benvenuto è un parallelepipedo di anguria con bottarga di tonno e salsa alla pizzaiola dello chef, che ben predispone al pranzo.


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Tonno, tonno e poi tonno è l'ingrediente "di ricerca" di questo staff di cucina. Se a Torino avevamo provato il Tonno vitellato, qui esso diventa accompagnamento della ventresca di tonno con salsa di ricci e maionese e del genitore di tutte queste sperimentazioni, che è il vitello tonnato su chips di riso. Un piatto simbolo che gioca in costante andirivieni sul territorio, tra tradizione ed innovazione.

A seguire, i ravioli con stracotto di faraona, burrata e zabaione al miso e per secondo l'anatra in doppia cottura con finferli, salsa di albicocche e ricordo di arancia, citazione della più classica anatra all'arancia. Il tutto accompagnato da un elegante Barolo di Mauro Arborina 2015, scelto da una cantina ben curata.


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Per il rito del dolce ci spostiamo in una bella terrazza vicana circondata da orto, piscina e panorama sulla piana di Vico Equense: qui fino a pochi minuti prima stavano pranzando mamma e papà Cannavacciuolo, che fanno un po' da padroni di casa.

Si inizia con una pizza margherita in versione dolce, con tutti gli elementi della pizza ma come gradito pre dessert, per poi passare alla nocciola condivisa che è un viaggio intorno alla nocciola langarola, a partire dal gelato per passare alla caprese sempre di nocciola, alla sua spugna ed alla sua acqua in gelatina, terminando con uno squisito Ferrero Rocher, di gran lunga più gustoso dell'originale. Antonio Indovino ha voluto accompagnare il dolce con una citazione langarola: per amore un vigneron di rossi pianta moscato e Chardonnay alle spalle della cantina che vendemmiati sovra maturi danno vita al perfetto accompagnatore del dessert.


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Terminiamo il pasto con un ottimo caffè accompagnato da una piccola pasticceria anche essa giocata tra tradizione ed innovazione, con una mousse di noce al caramello, un mini krapfen con crema e amarena, una Pavlova ai frutti rossi, le melenzane al cioccolato e una perfetta tarte citron.


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Per un pranzo di quelli che ci porteremo nella memoria gustativa e continueremo a raccontare a chi ama ascoltare queste storie, abbiamo speso in due 280 euro con un gran desiderio di tornare a farci coccolare da Eduardo ed il suo sapiente staff.


*ANDREA DI MARTINO (1970, Castellammare di Stabia. Vivo inseguendo la passione. La mia vita è una incostante altalena tra la politica e la cucina. Da un po’ la seconda mi appassiona più della prima .Oggi quindi il mio lavoro è cuciniere. E per questo spesso viaggio. Tifo Napoli e Juve Stabia) 

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