Giornate di primavera del Fai, in visita alle bellezze d'Italia

di TINA PANE*

Si preannuncia come un successo la 29esima edizione delle Giornate FAI di Primavera, previste per il prossimo weekend del 15 e 16 maggio, se già il martedì precedente, provando a prenotare una visita per il Complesso di San Nicola da Tolentino a Napoli, ho trovato gli ingressi del sabato tutti esauriti e per quelli della domenica ho dovuto accontentarmi di uno scomodo orario post prandiale, le 15.30.


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(L' Arboreto Fenaroli sul lago d'Iseo       foto FAI)


Sappiamo perfettamente perchè siamo stati tutti presi da questa voglia di esplorare le nostre stesse città di residenza, i piccoli borghi a pochi chilometri o certe sconosciute e minori meraviglie della natura che fino a ieri avremmo snobbato, però bisogna riconoscere che il FAI ci aveva pensato molto prima.

I LUOGHI FAI APERTI


Fondazione senza scopo di lucro, il Fondo Ambiente Italiano nasce nel 1975 ispirandosi all’articolo 9 della nostra immensa Costituzione, quello che, secco secco, ammonisce: “La Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Poi macina una serie di tappe - nel 1993 la prima giornata FAI di Primavera, nel 2003 i Luoghi del Cuore, nel 2014 il primo piano strategico decennale - che lo portano a superare i 150.00 iscritti nel 2016 e diventare per l’opinione pubblica sinonimo di cura del patrimonio nazionale artistico e naturalistico.

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(Il complesso monumentale di San Nicola da Tolentino a Napoli              foto FAI)


In un articolato sistema di delegazioni e volontari, di rapporti con i soggetti istituzionali (la Rai, la Protezione Civile, la Croce Rossa, i Carabinieri e la Commissione Europea) e le scuole, di scouting di luoghi da adottare o acquisire, le Giornate di Primavera sono la manifestazione FAI che più impatta sul territorio, fungendo da vetrina e incentivo al tesseramento, e diventando nelle parole del presidente Andrea Carandini “la più grande manifestazione culturale italiana di piazza”.

Per questo prossimo appuntamento le Delegazioni e le loro propaggini (una rete di 350 presidi animati da migliaia di cittadini di tutte le età) saranno in grado di aprire - a numero chiuso e con prenotazione obbligatoria - 600 luoghi in 300 diverse località (meno della metà rispetto a due anni fa), raggiungendo la presumibile cifra di 220.000 visitatori - anche questo un dato ridotto rispetto al passato - ma comunque compiendo un’impresa eroica, anche tenuto conto del poco tempo a disposizione, dopo il passaggio in zona gialla, per organizzare tutto.

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(Il Parco di san Giovanni a Trieste         foto FAI)


In questi anni, grazie a donazioni e sponsor, il FAI ha acquisito un patrimonio materiale di quasi 70 proprietà, ma sono sicuramente gli oltre 60.000 Luoghi del Cuore, proposti, scelti e votati dal territorio il risultato più grande, in termini di coinvolgimento dei cittadini, degli enti locali e delle associazioni. Il bando per chiedere finanziamenti o speciali tutele per i luoghi votati nel Censimento 2020 è aperto fino alla metà di giugno e ha lo scopo di sensibilizzare cittadini e istituzioni a passare a una fase attiva, alla fine della quale (lavori, restauri, rispristini e messe in sicurezza) il bene oggetto di attenzione torni di pubblica fruizione.

Intanto, volendo cercare di estrapolare qualche suggerimento dal lungo elenco delle aperture straordinarie di questo prossimo weekend, segnaliamo in ordine sparso e disordinato: l’Ospedale Vecchio di Parma, il Parco di San Giovanni a Trieste (con il suo frenocomio immerso nel verde, il laboratorio in cui nacque la legge Basaglia, che qui fu direttore negli anni ’70), la Concattedrale Gran Madre firmata da Gio Ponti a Taranto. O ancora, il Campus Bonardi del Politecnico a Milano, il borgo di Offida (AP), l’Arboreto Fenaroli sul lago di Iseo (BG), le Cascate termali di Latronico (PZ) e il Parco Archeologico di Laos col Museo del Cedro a Santa Maria del Cedro (CS).


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(La concattedrale Gran Madre di Dio      Giò Ponti, Taranto                      foto FAI)


Un giardino, un monumento, una tenuta, una chiesa, una cava, un palazzo, una strada: tutto concorre a definire quell’ambiente che la Costituzione si è impegnata a tutelare, che i cittadini stanno progressivamente scoprendo e apprezzando e che il FAI contribuisce a conservare e valorizzare. Qualcuno la chiama passione civile, qualcuno da visitatore potrà trasformarsi in volontario, chissà. In questi tempi di divisioni, la cultura che ci unisce.


* TINA PANE (Napoli, 1962. Una laurea, un tesserino da pubblicista e un esodo incentivato da un lavoro per caso durato 30 anni. Ora libera: di camminare, fotografare, programmare viaggi anche brevissimi e vicini, scrivere di cose belle e di memorie)


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