Galibier memory, un camper sotto le stelle

di ANDREA SATTA*

Si passò sul Galibier, spaventoso salire lassù. Il 3 luglio 2008, si andava da Embrun all'Alpe d'Huez, 210 chilometri. Davanti a Samuel Sanchez e Andy Schleck all'arrivo, Carlos Sastre, che vincerà il Tour. Il Galibier lo associo a un naso, al famoso naso triste come una salita che per me però non è quello di Bartali, ma quello di Raymond Poulidour. Forse i due nasi si assomigliano, ma per me il naso triste come una salita è il suo, un naso che arriva secondo, triste per questo. Bartali vinceva, Pou no.

 C'era la disperata ricerca di un bar per spedire il pezzo. Niente computer portatile né smartphone, sembra incredibile, carta e penna, solo pochi anni fa. Telefonai ad un amico da un piccolo bar ad alta quota e gli dettai il pezzo perché lo girasse al giornale. La linea era precaria, mi faceva ripetere tutto due volte, che fatica. All'altro capo del filo, perché il mondo era ancora era tutto a fili, il mio amico era Paolo Lombardi, il celebre doppiatore, la voce di Hitchcook e Jerry Louis e di Lilo e Stitch.

satta poulidorjpg

(Raymond Poulidor)

Gianni Mura invece, placido, all'arrivo, nel pomeriggio, dettò il suo pezzo al dimafono e quel suo arcaico gesto mi sembrò, almeno quella volta, un lusso. Si mise a ridere Gianni quando gli raccontai di tutte le mie ansie. Il pezzo per me era fondamentale, dicevo della paura degli abissi e della soddisfazione che ha un ciclista, un ragazzo, quando guarda sotto, in basso, dalla quota conquistata e vede tutta la salita che ha fatto con le sue gambe e con la sua fatica.

Raccontai quel Tour per Il Manifesto, una spedizione con un camper. A bordo una esperta di storia contemporanea, una pittrice, un film maker, una giornalista musicale, un biologo ambientale. Tutti insieme si scriveva, si filmava, si disegnava, si guidava, si cantava, si dormiva, avanti così per venti giorni.

Quella notte tornammo poi sul Galibier, c'erano tantissime stelle, alcune indimenticabili stelle, le avrei riviste sui Pirenei.


*ANDREA SATTA (Cantautore, scrittore e voce dei Têtes de Bois, ogni giorno fa il pediatra nella periferia romana. A 8 anni viene selezionato per lo Zecchino d’Oro, ma la sobrietà familiare fa naufragare il progetto. Ripiega sul ciclismo, la geografia, la medicina. Nel 1992 fonda i Têtes de Bois. Tra i principali eventi ideati e in cui ha svolto il ruolo di direttore artistico “narrante”: il “Palco a Pedali”, “Stradarolo”, “Mamme Narranti”. Con i Têtes de Bois è stato premiato con la Targa Tenco 2002 (come interprete) con “Ferré, l’amore e la rivolta”, nel 2007 con “Avanti Pop”, e nel 2015 con “Extra”. Ha scritto I riciclisti , Ci sarà una volta, Officina millegiri, Mamma quante storie!, Pise e Pata) 


clicca qui per mettere un like sulla nostra pagina Facebook
clicca qui per rilanciare i nostri racconti su Twitter
clicca qui per consultarci su Linkedin
clicca qui per guardarci su Instagram