Dall'Ongaro e Santa Cecilia: "Punteremo sui giovani musicisti, il Covid li ha devastati"

intervista di MATILDE PASSA*   (foto Musacchio, Ianniello e Pasqualini)

Intanto un avviso per chi ha bambini: andate subito sul sito di Santa Cecilia (www.santacecilia.it) o su youtube e cercate on line for kids perché questi deliziosi intrattenimenti sono on-line per la gioia di bambini, genitori, nonni che vogliono divertirsi giocando con la musica. Il progetto, che ha registrato 170 mila visualizzazioni sul territorio nazionale (ma calcolando bimbi, nonni e genitori il numero può essere facilmente raddoppiato se non triplicato), ha ricevuto il premio Abbiati, il più ambito riconoscimento della critica musicale italiana. 

«È stata davvero una sorpresa – dice Michele Dall’Ongaro, presidente della più prestigiosa orchestra sinfonica italiana e una delle prime dieci al mondo – non ne sapevamo nulla, ma il lavoro fatto dal settore di Tutti a Santa Cecilia, grazie alla cultura musicale e alla fantasia didattica di Gregorio Mazzarese e dei suoi collaboratori è stato davvero straordinario. Insieme con le scuole elementari di Roma, un ciclo di 32 lezioni dove ci si è inventati di tutto per giocare imparando la musica, utilizzando come strumenti tutto ciò che c’è in casa, padelle, coperchi, grattugie».

E poi, se volete commuovervi, sempre sul sito dell’Accademia romana lasciatevi trasportare dal video Abbracci, che fa rivivere con la “colonna sonora” di Elgar i momenti esaltanti dei finali di concerti degli ultimi tre anni, quando professori d’orchestra, direttori, cantanti, sciolgono la tensione e, carichi delle emozioni trattenute, si abbandonano ad un abbraccio fisico, vero, perché come recita un verso di Alda Merini, scelto ad esergo delle immagini, «Ci si abbraccia per ritrovarsi interi».

Un incipit un po’ retorico, direte voi, ebbene sì lo è, ma quando si tocca la passione per la musica è facile e lecito abbandonarsi. Ma ora eccoci tornati con la penna, pardon, il mouse in mano per il nostro incontro on line con il maestro Michele Dall’Ongaro.

Finalmente lunedì si torna a suonare con il pubblico in sala, con quale concerto festeggerete la riapertura?

Con una serata dedicata ai volontari della Croce Rossa, a coloro che in questi anni hanno affrontato per noi pericoli e grandi sacrifici, con il maestro Antonio Pappano sul podio che dirigerà La Patetica di Ciaikowskij e la Sinfonia in re maggiore Wq 183 n. 1 di Carl Philipp Emanuel Bach; ma è una “riapertura” per modo di dire perché, con un limite di 500 persone al chiuso, per noi che abbiamo una sala da 2.800 posti, sarebbe meglio parlare di una mezza riapertura. Questa decisione di imporre un numero uguale per tutti non riesco a capirla; se parliamo di distanziamento siamo d’accordo, noi lo abbiamo sempre praticato rigidamente, ma il numero prestabilito proprio non mi convince. Nei luoghi di culto non c’è il numero fisso, nei teatri e nelle sale da concerto invece si è compiuta questa scelta a prescindere dalla capienza della sala. Noi, finché abbiamo potuto eseguire i concerti con il pubblico in sala, abbiamo applicato norme rigorosissime e non abbiamo mai avuto problemi. Io stesso avevo compiuto una ricerca sul sito delle istituzioni tedesche che poi ho condiviso con la Regione, abbiamo lavorato insieme al Ravenna Festival per trovare il modo più sicuro di procedere e siamo stati premiati. Siamo prontissimi a ripartire con la Stagione estiva nella Cavea e con le nostre tournée.


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(Il maestro Antonio Pappano)

Siete riusciti ad eseguire tutti concerti che avevate in programma rendendoli fruibili anche on line ma che tipo di problemi, rispetto alla qualità del suono, comporta il distanziamento dei professori d’orchestra e soprattutto del Coro?

Dal punto di vista musicale implica cambiamenti che abbiamo cercato di usare a nostro vantaggio. E abbiamo avuto delle piacevoli sorprese, ad esempio con il Coro.  Collocandolo “a pioggia” nelle Gallerie 7 e 8, quelle che stanno dietro all’orchestra e ai suoi lati, abbiamo certamente affrontato difficoltà ma la sorpresa è stata il mutamento del suono, che inondava tutta la sala come fosse avvolta in una sorta di vapore. Ma c’è di più, come mi ha fatto notare il direttore del Coro, Piero Monti, ogni corista si è sentito più responsabilizzato perché riusciva ad ascoltare meglio sé stesso. Ne è scaturito quasi un Coro di solisti. L’Elias di Mendelssohn con la direzione di Pappano, che chiunque può vedere e ascoltare su Raiplay, ne è una delle tante, felicissime, conferme.

Come hanno reagito gli abbonati all’impossibilità di partecipare fisicamente ai concerti? E com’è la situazione finanziaria?

Soltanto la metà degli abbonati ha disdetto l’abbonamento, abbiamo avuto un grande sostegno dai Soci fondatori, dai Mecenati, da singoli appassionati, un’attenzione che ci ha davvero confortato ma ovviamente aver mantenuto tutti i concerti in programma senza trarne ricavi è stato un colpo serio alle nostre finanze. Il ministro Franceschini già dopo il primo lockdown aveva ottenuto finanziamenti per il FIS (Fondo Integrativo per lo spettacolo) per sostenere le diverse istituzioni ma per quanto ci riguarda abbiamo usato molto poco i sostegni perché abbiamo lavorato sempre. Probabilmente vi faremo ricorso nei prossimi mesi perché non possiamo più sostenere le perdite economiche. Il comparto, escludendo L’Accademia di Santa Cecilia e la Scala, ha perso complessivamente 60 milioni di euro, noi dai 3 ai 5 milioni di euro. Bisogna tener presente che quasi un terzo del pareggio di bilancio è rappresentato dai ricavi dei concerti. Non parliamo soltanto della Stagione ma anche delle tournée che sono saltate. Ne avevamo in programma tre in Germania, dove avremmo toccato tutte le più grandi città, e una negli Stati Uniti sempre con Antonio Pappano dopo quella trionfale dell’ottobre 2017.  E poi Mosca, Bucarest per il Festival Enescu. E vorrei aggiungere anche la cancellazione di concerti importantissimi come quello di Pollini che è saltato cinque volte. Comunque oggi si è presentato a sorpresa un signore a fare l’abbonamento per l’anno prossimo… Prima ancora di conoscere il programma della prossima stagione. Talmente impaziente di tornare in sala… Non puoi tenere le persone lontane dalla musica dal vivo.

Youtube, Raiplay, Radio3, Rai5, avete utilizzato tutti gli strumenti a disposizione, con quali risultati?

All’inizio siamo andati su piattaforme a pagamento, 10 euro a concerto, una decisione positiva e negativa nello stesso tempo. Positiva perché abbiamo raggiunto praticamente tutto il mondo, ma forse il prezzo era troppo alto e i contatti non erano soddisfacenti, i più numerosi erano i cinesi che confermano la loro passione per la classica. D’altra parte è un paese che ha 45 milioni di pianisti… Ma tornando a noi, abbiamo deciso di aprire un canale su Youtube. Una media di 20 mila contatti che vanno sommati agli 80 mila di Radiotre. Ci sono stati singoli concerti che sono andati in diretta su Radio3, in differita su Rai5, sono on-line su Youtube e Rayplay.  Hanno coinvolto decine di migliaia di ascoltatori e spettatori in più del normale.

Con quali programmi festeggerete la riapertura?

Intanto abbiamo i concerti della Stagione programmati per Maggio, poi arriverà la Stagione estiva con i sei concerti all’aperto nella Cavea dell’Auditorium, mentre da giugno a metà luglio avremo una residenza al Festival di Spoleto che avrà la durata di cinque anni.

La pandemia ha praticamente cancellato la musica dal vivo, qual è l’intervento più urgente da avviare?

Occuparsi dei giovani musicisti che hanno subìto un colpo devastante, una catastrofe. Abbiano migliaia di ragazzi ai quali è saltato tutto, la chiamata ufficiale, persino quella in nero che permetteva almeno il minimo indispensabile per tirare avanti, un’intera generazione di artisti ci chiede di garantire un futuro a loro e all’arte stessa. Noi, anche se i programmi e i contratti sono decisi anni prima, cercheremo di fare di tutto, chiamando solisti e soliste italiani, organizzando eventi particolari per rimettere al centro la generazione dei trentenni. È come dopo la guerra quando furono proprio i trentenni a ricostruire il paese. E poi se vogliamo un pubblico giovane dobbiamo credere nei giovani con la loro energia dirompente. Mozart, Pergolesi, Chopin erano giovanissimi quando composero capolavori.

Ma alla fine questa astinenza dal contatto riporterà molti spettatori nelle sale da concerto?

Ne sono più che sicuro. Il lockdown ha rimesso la musica al centro proprio per una questione fisiologica perché il suono è il senso più simile al tatto, il feto ascolta con il corpo, è per questa ragione che si dedicano  concerti specifici alle donne incinte; chi non può udire sviluppa l’ascolto con il corpo. Chi ha avuto la fortuna di assistere ai concerti di Evelyn Glennie, la percussionista non udente, sa di cosa parlo. Un’artista straordinaria che tiene lezioni su come ascoltare con il corpo. Il colpo di grancassa che ti prende allo stomaco, l’ottavino che ti graffia il timpano… Noi abbiamo un abbonato che è sordo profondo ma percepisce le vibrazioni, vede l’orchestra che si muove, il pubblico emozionato, ha un godimento che non è legato all’ascolto.

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(L'Orchestra e il Coro di santa Cecilia)

Il video Abbracci che avete realizzato è molto emozionante

Ci si abbraccia perché quando si fa musica insieme si crea un tale legame, una tale tensione che solo il contatto fisico può sciogliere, è come innamorarsi, condividere un sentimento. La musica sinfonica suscita questo sentimento così intimo perché parla senza linguaggio; non puoi associare un suono a un significato ma solo a un’emozione.

Nel 2023, dopo 18 anni di direzione musicale il maestro Antonio Pappano, che ha impresso un segno così profondo nell’orchestra e nel pubblico, lascerà l’orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia. Siete in trattative con Daniele Gatti.

Il maestro Pappano lascerà la direzione musicale ma certamente non il podio dell’Orchestra. Diventerà Direttore Emerito a vita al posto di Yuri Temirkanov che si è ritirato. Continuerà a dirigere concerti e a curare programmi speciali; nelle sue mani l’orchestra è diventata una tra le più prestigiose del mondo. Sarà sempre con noi, ma sostituire un artista simile non è certo facile… con calma, riservatezza e freddezza ci stiamo lavorando, dopodiché voi giornalisti fate il vostro mestiere, ma le voci sono voci, i fatti sono fatti…

A conclusione parliamo del maestro Dall’Ongaro compositore.

Naturalmente il lockdown ha colpito anche me, facendo saltare alcuni progetti, comunque il 16 maggio il teatro Petruzzelli di Bari mi dedica una personale, così come l’Orchestra da Camera di Padova. E sempre per il Petruzzelli sto componendo un’opera per ragazzi con Vincenzo De Vivo. Sempre con De Vivo stiamo lavorando a un intermezzo comico. Ho ricevuto il premio Pordenone, insomma non mi sono fermato; d’altra parte sono nato in mezzo alle note, ho imparato a suonare quasi prima che a parlare… non ne posso fare a meno.


*MATILDE PASSA (Sono nata nell’antica Albalonga, madre di Roma, ora Albano Laziale. Ho cominciato giovanissima all’Unità, dove ho attraversato la cronaca, la cultura, mi sono occupata di Beni culturali, musica classica, cinema, religione curando una pagina dedicata al tema. Il successivo approdo è stata l’Accademia di Santa Cecilia, ufficio stampa, tempio di delizie musicali e incontri speciali. Ora ho scelto un buen retiro in Toscana)

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