Dal Muretto al Murale, la disfida di Alassio sul "Wall of Presidents"

di REDAZIONE

E' rosa: "L'unico rosa che si vede, alle spalle di tutti questi uomini che ci governano". Così dice  l'autore, Roberto Collodoro alias Robico, street artist siciliano piuttosto noto. 

Dopo il celeberrimo Muretto, le piastrelle firmate in pieno centro, ora Alassio ha pure "The Wall of Presidents" - subito ribattezzato il Piccolo Rushmore -,  un murale che ritrae  in nero marcato e appunto su sfondo rosa carico i volti dei presidenti della Repubblica italiana, allineati uno accanto all'altro sulla strada tra Solva e Vegliasco, in collina, a coprire una muraglia di cemento lunga alcune decine di metri. Robico spera ancora che all'inaugurazione, quando finalmente avverrà,  partecipi il corregionale Sergio Mattarella. Ma nel frattempo probabilmente si rammarica del vespaio in cui si è infilato.


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(Alassio)


L'idea, lanciata nell'estate-autunno del 2021, serviva a celebrare l'elezione del nuovo capo dello Stato. Per una lunga serie di ragioni - lungaggini burocratiche, impegni dell'artista - l'opera è stata iniziata prima che arrivasse l'autorizzazione della Soprintendenza. E ecco l'intoppo immediato:  agli inizi di febbraio i carabinieri del Noe, il Nucleo Operativo Ecologico, si sono fatti consegnare la documentazione relativa.  L'amministrazione comunale, per la verità,  si è immediatamente detta disposta a adeguarsi al parere degli organi competenti.

Il progetto è costato poco, circa 3.500 euro: le spese per i pasti dell'artista e per la struttura di lavorazione.  Ma proprio sul costo è ripartita, nel giro di pochi giorni,  la polemica.  Secondo un gruppo di cittadini, infatti, The Wall sarebbe costato in realtà 7mila euro, il doppio.  Il Comune – ancora una volta chiamato in causa - non ha negato la circostanza, ma ha chiarito che la cifra era stata stanziata "in via prudenziale,  perché si pensava di dover pagare anche i pernottamenti dell’artista, cosa poi non avvenuta".


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(Robico davanti a una sua opera a Altavilla Milicia)


Tutto risolto, allora? Macchè.  L'ultima tappa del percorso a ostacoli riguarda proprio i colori, il rosa e il nero (per inciso: i colori sociali del Palermo calcio) utilizzati da Robico.  La Soprintendenza, nel dare l'ok,  chiede che siano modificate le tonalità cromatiche, auspicando - come ha riportato oggi Repubblica, edizione di Genova -  colori  “nella gamma delle terre, in modo da armonizzarsi con quelli del contesto paesaggistico naturale in cui l'opera si inserisce”.  L'opera si chiamava #quoterosa. Finirà per chiamarsi - chissà - #quoterosapallido.