Cornello, borgo di poeti e patria della posta

di GIORGIO OLDRINI*

I più pigri devono percorrere solo qualche centinaio di metri a piedi lungo una mulattiera nel verde per ammirare il Penny Black, il primo francobollo del mondo, esposto insieme ad altri documenti e oggetti al Museo dei Tasso e del servizio postale nel bellissimo Borgo di Cornello del Tasso, Comune di Camerata Cornello. Perché è lì, in questo piccolissimo centro della Val Brembana in provincia di Bergamo che sono nati i Tasso, la famiglia del poeta Torquato e degli inventori del servizio postale.Cattura1JPG

(Nel borgo)

Il borgo è aggrappato alla montagna, a strapiombo sul fiume Brembo che scorre qualche centinaio di metri più sotto. Ma fino al 1500 dal villaggio passava l’antichissima Via Mercatorum che percorrevano appunto i mercanti che dalla Pianura Padana salivano in Valtellina e quindi raggiungevano la Svizzera. Ma in quegli anni venne costruita la nuova via Priula, molto più comoda, che corre proprio lungo il Brembo, e il Cornello rimase tagliato fuori dalle nuove comunicazioni, abbarbicato lassù. Così è arrivato fino a noi, fermo da secoli, mentre a valle nasceva il nuovo paese lungo il fiume e soprattutto accanto alla Priula. Gli amanti del trekking invece di limitarsi a percorrere la mulattiera che dal parcheggio porta fino al borgo possono arrivarci camminando lungo le antiche vie, la Mercatorum o la Priula, almeno per distanze maggiori, da San Pellegrino Terme o ancora dai paesi più a valle. Una sorta di percorso archeologico, perché questi cammini sono un monumento in sé.

Il Cornello, uno dei borghi più belli d’Italia, ha un fascino che dura da centinaia di anni, con quel lungo porticato in pietra che ti accoglie non appena finisce il prato e il bosco su cui passa la mulattiera e ti porta fino alla casa dei Tasso, costruita dal capostipite Omodeo nel 1200, quando fondò la sua Società dei corrieri. Cominciò a percorrere con 32 uomini le contrade portando la posta e i pacchi e ben presto su quelle carrozze fece salire anche dei passeggeri. A dimostrazione che era diventato un uomo ricco e importante costruì la sua casa su una spunzone di roccia che domina la vallata, una sorta di torre dalla quale controllava chiunque passasse sulla Mercatorum o, più giù, sulla Priula.

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(Il museo dei Tasso)

I Tasso si diffusero come il loro servizio. Con la società dei Corrieri della Serenissima arrivarono a Venezia, dato che Bergamo era territorio sottoposto appunto ai Dogi. Ma negli anni e nei secoli invasero pacificamente tutta Europa. Ebbero in appalto le “linee” Venezia-Milano e Venezia-Roma, poi la posta pontificia, quindi, quando divenne imperatore Massimiliano I, il servizio postale del Sacro romano impero. Zanetto Tasso conquistò il servizio postale della Spagna e dei Paesi Bassi e Giovanni Battista divenne famoso perché con una sfrenata corsa a cavallo in soli due giorni portò da Francoforte a Bruxelles a Carlo V la notizia che era diventato imperatore.

Nel Seicento il ramo tedesco della famiglia, i Thurn und Taxis, ha conquistato insieme alla ricchezza anche il titolo nobiliare e il nome della famiglia è diventato celebre con uno dei servizi che hanno inaugurato, quello dei taxi. Naturale sviluppo della scelta di Omodeo di permettere a passeggeri di viaggiare sui carri postali già nel 1200.

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(La chiesa dei santi Cornelio e Cipriano)

Queste e tante altre notizie, documenti si trovano nel Museo, ma arrivare al Cornello significa ammirare un panorama molto bello e vivere in un borgo simile a quello che i Tasso fondarono nel 1200. La piccola chiesa del XIV secolo dei Santi Cornelio e Cipriano ha affreschi dei Baschenis, pittori che venivano dal Comune di Averara, qualche chilometro più su. Anche questo un Comune a suo tempo importante, con un lungo porticato sotto il quale si svolgeva il mercato e i magistrati della Serenissima amministravano la giustizia per tutta l’Alta valle, e il boia eseguiva le condanne a morte.

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(La casa museo di Arlecchino)

Chi arriva fin quassù al Cornello ed ha ancora voglia di camminare, può raggiungere in una mezz’oretta, seguendo un sentiero che taglia la montagna, Oneta, frazione di San Giovanni Bianco, dove si trova la casa di Arlecchino. In realtà era il palazzetto dei ricchi Grataroli, che avevano fatto i soldi commerciando con Venezia, dove avevano una loro bella casa. Arlecchino, secondo la tradizione, era un loro servitore, e nella Serenissima erano molti i bergamaschi “ a servizio”. Per sopravvivere si ingegnavano in mille modi, oltre a lavorare “come bergamaschi”. Arlecchino riassume in sé le caratteristiche del tipico servitore di queste terre in quegli anni. Sulla casa l’immagine di un minaccioso uomo peloso vestito di pelli e con in mano un grosso bastone. Che dice, per evitare malintesi, “Chi non è de chortesia, non intragi in chasa mia, se gevenes un poltròn, ce darò col mio bastòn” (chi non è gradito non entri in casa mia, se viene uno sfaccendato lo picchierò col mio bastone). Perché per i bergamaschi il lavoro prima di tutto.

*GIORGIO OLDRINI (Sono nato 9 mesi e 10 giorni dopo che mio padre Abramo era tornato vivo da un lager nazista. Ho lavorato per 23 anni all’Unità e 8 di questi come corrispondente a Cuba e inviato in America latina. Dal 1990 ho lavorato a Panorama. Dal 2002 e per 10 anni sono stato sindaco di Sesto San Giovanni. Ho scritto alcuni libri di racconti e l’Università Statale di Milano mi ha riconosciuto “Cultore della materia” in Letteratura ispanoamericana)

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