Cibi semplici e fibre naturali, un libro collettivo "prevede" il futuro del pianeta

di REDAZIONE

Si intitola: "E poi? Scegliere il futuro". E' un libro delle Edizioni Ambiente che esce domani 20 settembre e è firmato a quattro mani dall’agroeconomista Andrea Segrè e dalla patologa vegetale Ilaria Pertot, esperti di strategie di sviluppo sostenibile. Presentato in anteprima oggi nella rassegna Pordenonelegge, il libro ha una peculiarità interessante: comincia da una storia di crisi ambientale - la fusione di un ghiacciaio alpino - per porre le domande di fondo sul destino del pianeta, nel pieno della crisi climatica e mentre si esce dalla pandemia.  Gli interlocutori sono 642 lettori, coinvolti nel crowd writing,  la scrittura del libro, ma anche in progetto di ricerca e di comunicazione scientifica che si interroga sul futuro attraverso il cosiddetto crowd foresight.  


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(immagine da pixabay)


La storia-spunto del libro è quella di Elisa e Carlo: due amici che amano la montagna e si appassionano a discutere sulle questioni ambientali. Fa da sfondo alla vicenda un maestoso ghiacciaio alpino che si sta fondendo per effetto del riscaldamento globale. Così l’uso non sostenibile delle risorse naturali, la società della produzione illimitata e del consumo di massa, lo stile di vita bulimico e frenetico vengono sezionati per capire che cosa non funzioni più nel mondo. Trama a parte, a un certo punto della storia si impone la domanda che dà titolo al volume: "… e poi? Come andrà a finire?". E cioè: che ne sarà della Terra dopo il trauma del Covid, con la temperatura che aumenta e dentro la crisi climatica? Cambieremo i nostri stili di vita? 


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(immagine da pixabay)

Non siamo in grado di predire il futuro ma possiamo immaginarlo, è la tesi degli autori: "Saremo noi a scegliere la fine della storia, e l’inizio del futuro". Andrea Segrè e Ilaria Pertot hanno coinvolto dunque in questa riflessione 642 lettori: un metodo partecipato e “dal basso”. Il foresight di cui dicevamo viene messo in atto attraverso una indagine con sistema Keyphrase Digger (messo a punto da Moretti et. al. della Fondazione Bruno Kessler a Trento),  "è un processo partecipativo che permette di raccogliere e analizzare informazioni che aiuteranno a immaginare e costruire una visione di futuro a medio-lungo termine". 

Le idee dei 642 lettori intorno a sette scenari futuri sono state elaborate basandosi su un totale di 157.151 parole e 979.908 caratteri. Il crowd writing si è poi incrociato alla previsione sul "dopo". Centinaia di lettori hanno inviato un loro spunto, e il libro ha quindi 10 finali diversi: quello degli autori stessi, innanzitutto: e spiega perché “cambiare” è urgente.  Ma ci sono altri 9 finali che spiegano che si può “Fare una scelta” ma anche “sorprendersi”, “fuggire”, “migliorare” …


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E ecco alcuni degli scenari prefigurati dai lettori:

- avremo cibi semplici, in tavola, con prodotti principalmente freschi. Sceglieremo piatti tradizionali e sani con l’aggiunta di qualche cibo nuovo, preparato, per esempio, con farina di insetti

– i pasti saranno soprattutto domestici, o qualche volta in locali vicino a casa. Dopo la pandemia ci muoveremo soprattutto con trasporti pubblici e il treno ad alta velocità farà la parte del leone nei nostri spostamenti. Quando il mezzo pubblico non potrà assisterci useremo auto elettriche o ibride e, per brevi distanze, soprattutto la bici elettrica - l’agricoltura sarà soprattutto biologica, si ridurrà molto l’uso di pesticidi e fertilizzanti chimici prediligendo la filiera corta che favorirà l’acquisto nel negozio di prossimità, nel supermercato vicino a casa o direttamente dal produttore

- anche il mondo del lavoro e il nostro modo di lavorare cambieranno: il nostro sarà soprattutto un lavoro gestito in autonomia e in un contesto altamente tecnologico, caratterizzato prevalentemente da smart working. Per chi lavora in città, gran parte dell’attività si farà da casa, molti si proietteranno in un lavoro in campagna a contatto con la natura.

- i vestiti saranno comodi, combinando eleganza, qualità e praticità, in fibre naturali per garantire innanzitutto il benessere, mentre le fibre sintetiche rimarranno per i capi tecnici.

- saremo più saggi, forse: al punto da assicurarci il bene più prezioso nella vita, più tempo da passere con le persone care e per vivere la casa.

 

 

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