Chilometridinote / 8 Come a Ostenda
Ni gris ni verts, comme à Ostende et comme partout…
Cos’è Ostenda? Una città del Belgio e facciamola finita.
Uno sguardo infinito e timoroso sul Mare del Nord e sulla sua minaccia e abbiamo fatto pure i poeti.
La mamma di Mariakerke, Stene e Zandvoorde e abbiamo dimostrato che Wikipedia serve a qualcosa (o no?).
Per me Ostenda è stato l’unico viaggio che ho fatto per anni, tutti i giorni, sulla rotta segnata dal mio giradischi, guidato dal saldo timone della voce di Léo Ferré, nel mare instabile e contraddittorio dei miei sogni.
"Come a Ostenda" illustrazione di ADRIANA TESSIER
E gli spruzzi dei cavalloni che si sfracellavano sugli scogli sotto il Casinò deserto li ho sentiti davvero gelidi e taglienti sul mio viso.
E gli occhi a mandorla della barista fiamminga mi hanno rapito ogni volta che li guardavo, col gomito sul bancone e sempre sul punto di annegare in un bicchiere, anche se avevo pochi anni come lei (e già me ne sentivo 100 come Léo e come ora).
E l’usta delle patatine fritte e delle cozze marinate mi ha sempre inebriato più di ogni altra bellezza e guidato per stradine e angiporti nelle bettole odorose di fumo e umanità, piene di rigolos che si massacravano di indolori manate sulle spalle mentre si enfiavano di birra servita come se piovesse anche prima di chiederne ancora, tra urla e rumore di tempesta.
E poi sono uscito sottobraccio a chissà chi, per andare (e dove se no?) nel quartiere delle vetrine pieno di presenze femminili che ci si compra quando si è ubriachi ma poi no, no perché ecco che spunta un organetto da fiera lontano, un limonaire che spara una vecchia aria reboante che di colpo ti fa fermare a piangere per tutti i ragazzi della banda che non ci sono più, andati, persi, morti, cresciuti, impiegati…….
Sì. Ogni volta ho viaggiato sulle note di questa epica canzone, musicata da Léo Ferré su testo di Jean-Roger Caussimon, per raggiungere quegli occhi, quella gente, quella pioggia, quella birra, quella vita, quella città che non è né grigia né verde, come ovunque ci si interroghi sul senso della vita.
Ni gris ni verts, comme à Ostende et comme partout…
*CARLO DE NONNO (nato a Napoli nel 1956, vive a Roma. Compositore, chitarrista e cultore di musica. Lavora nel campo della musica di scena e si esibisce in recital di chitarra classica, canzone d’autore, teatro, letteratura e suggestioni visive. Contrariamente al trend, legge molta poesia e ne scrive alcune. Ma ne scrive. Gestisce i diritti delle opere teatrali del compianto drammaturgo Annibale Ruccello, per le quali ha scritto chilometri di note)
*ADRIANA TESSIER (Nasco a Latina, dove vivo, nel 1961. Musica e arte sono il mio percorso, il suono e il segno il mio modo di raccontarlo. Per passione e professione)
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