Chilometridinote / 10 Da Scilla a Torino: quando il gommone era un’auto vecchia

di CARLO DE NONNO*

Nel 1973 Lucio Dalla decide di abbandonare i Bardotti, i Baldazzi, le Pallottino (e già c’era stato Sanremo e “Quattro marzo”…) e di aprirsi alla denuncia sociale e alla poesia scabra e immaginifica di Roberto Roversi, direttore di “L’Officina” e di “Rendiconti”, lontano mille miglia dal mondo e dalla industria della canzone. Non poteva sapere Lucio, ma da lì a poco lo avrebbe saputo, che quella collaborazione sarebbe stata in realtà una scazzottata durata tre album, con esiti altissimi e contraddittori, culminata in un volume di Savelli del 1977 e nel drammatico capitolo finale scritto da Dalla in cui in sostanza dice (e non mi risulta che sia mai stato fatto né prima né dopo): questo libro parla di me ma io lo rinnego perché non lo capisco. Era alle porte lo scarto violento di “Com’è profondo il mare” e dei testi scritti da solo, e, lontano lontano, “Caruso” e il successo interstellare. 

Quando la puntina (scusate ma questi nascono vinili e tali restano) comincia a solcare “Il giorno aveva cinque teste” (primo round della scazzottata) e incontra “Un’auto targata TO” si capisce però che la bomba è ormai deflagrata. Perché lo scampanio iniziale diventa presto il rintocco macabro di una campana a morto e i “dieci occhi e lo stesso destino” di quei poveri emigrati nostrani (prima gli italiani, eh?), serrati in un’auto vecchia (che importa quale?) che era il gommone di allora, diventano i protagonisti di un viaggio, sì, ma “in un’Italia sventrata dalle ruspe che l’hanno divorata”, da Scilla a Torino, le nuove colonne d’Ercole della disperazione. E quello stesso sventramento diventa la speranza di sopravvivere per quei dieci occhi che viaggiano senza scafisti ma verso padroni che ugualmente li utilizzeranno come merce da sfruttare fino alla deperibilità. 

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"Da Scilla a Torino", illustrazione di ADRIANA TESSIER*


Viaggio puzzolente e amaro di una mamma disfatta, di un bambino che ha solo un pallone, di una ragazza venduta per ore al lavoro nei campi, di un ragazzo “inferriate e catene”, di un padre schedato e spiato. 

Quasi palpabile è l’affanno del musicista Dalla, prima abituato a testi morbidi che si adattavano ai voli fino a quel momento inauditi della sua musica e del suo scat, nel rincorrere le immagini del testo: martella, parla, si distende, si inquieta torvo, partecipa, si estrania. Quasi una sofferenza: eh sì, se le sono date di santa ragione Dalla e Roversi, poco da dire. 

Ma quando la famiglia arriva a Torino, e ci arrivano scassati e pesti anche la musica e il testo, per un attimo è magia. La musica ha una apertura melodica quasi verdiana e il testo, declamato in modo ieratico, la sposa senza violenza:

 

Questo luogo del cielo è chiamato Torino

Lunghi e larghi i viali,

splendidi monti di neve

sul cristallo verde del Valentino

illuminate tutte le sponde del Po

 

perché a un certo punto un poco di speranza ci deve pure essere da qualche parte. Anche se breve, ma proprio breve perché i terroni sono condannati a costruire, per gli altri, appartamenti da 50 milioni (vabbè la conversione in euro fatevela voi, e gli adeguamenti e i calcoli della svalutazione…).

Sono fatti di ieri?

Resta la Torino dei cortili sterrati e senza sole e quell’unico spunto melodico (ma tanto tanto dalliano) che serpeggia in tutta la canzone e che diventa una nenia enigmatica che dice tutto.

E niente.



LEGGI IL TESTO DELLA CANZONE


*CARLO DE NONNO (nato a Napoli nel 1956, vive a Roma. Compositore, chitarrista e cultore di musica. Lavora nel campo della musica di scena e si esibisce in recital di chitarra classica, canzone d’autore, teatro, letteratura e suggestioni visive. Contrariamente al trend, legge molta poesia e ne scrive alcune. Ma ne scrive. Gestisce i diritti delle opere teatrali del compianto drammaturgo Annibale Ruccello, per le quali ha scritto chilometri di note)

*ADRIANA TESSIER (Nasco a Latina, dove vivo, nel 1961. Musica e arte sono il mio percorso, il suono e il segno il mio modo di raccontarlo. Per passione e professione)


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