Capitale italiana della cultura - TARANTO / il progetto
di CESARE BECHIS *
Il dossier presentato al Mibact per candidare Taranto a Capitale della
cultura poggia sul claim “La cultura cambia il clima”. Il sindaco Rinaldo
Melucci spiega: “Volevamo giocare in senso positivo con l'attualità del
cambiamento climatico, forse la più grande priorità che abbiamo tutti. La
cultura e la nuova immagine di Taranto sono un sicuro viatico per cambiare un
futuro che qualcuno aveva già scritto per noi”.
Il riferimento è alla storia della città, cresciuta sull’industria, prima quella navale e militare, poi quella legata all’industria pesante. Eredità che i tarantini vogliono scrollarsi di dosso guardando a un futuro diverso per realizzare il cambiamento.
Il progetto punta proprio a quest’obiettivo. E i promotori tarantini non sono soli. Il dossier dice che hanno trovato come compagni di viaggio i dodici comuni della Grecìa Salentina. I due territori hanno contiguità linguistiche e archeologiche, e origini comuni. Numerosi anche i punti di contatto nelle tradizioni, nella storia, anche negli stili di vita e nella cultura. Su queste basi è nata la candidatura unitaria. Vengono sottolineate le affinità e valorizzate le unicità. Come la lingua minoritaria della Grecìa, il griko, che innerva il patrimonio culturale materiale ed immateriale di questa parte del Salento.
LEGGI L' ORIZZONTE DELL' ACQUA DI CESARE BECHIS
La struttura del programma ruota attorno a sei “ecosistemi”
e gli eventi in programma sono centinaia, inclusa “La notte della
Taranta”. Il dossier indica come altri punti di forza il festival della Valle
d’Itria di Martina Franca, il museo archeologico nazionale di Taranto, la
cattedrale tarantina di Gio Ponti, i tesori della Magna Grecia, le musiche di
Giovanni Paisiello, i delfini stanziali nelle acque di Taranto.
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