Calabria nel cuore 1/ Camigliatello

di FILIPPO VELTRI*

Io a Camigliatello Silano ci sono praticamente nato.   Anagraficamente a Cosenza, il 3 di luglio non dico di quanti anni fa, ma a fine mese ero già in Sila. Non a Camigliatello però ma a Savuto, dove mio padre insegnava in una scuola estiva. Avevo 15 giorni e Savuto è nel cuore perchè lì conobbi la montagna, fino a quando ebbi 6 anni. Poi iniziò Camigliatello. Tutti gli anni da allora. In estate ma anche in autunno, in inverno, in primavera…

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Tutta un’altra storia rispetto a Savuto: lì poche case e un lago magico incastonati tra l’Ampollino e l’Arvo. Camigliatello invece è un paesone, ora ovviamente molto di più rispetto a quei primi anni ’60. Comune di Spezzano della Sila, tra Cosenza e San Giovanni in Fiore, è la più nota località turistica montana della Calabria, capace di regalare, tra bellezza della natura e strutture funzionali, una vacanza sia invernale che estiva. Sul corso principale del paese si possono acquistare i prodotti dell'artigianato locale, tessuti e corredi, tappeti ed arazzi provenienti dalla vicina Longobucco, dove è ancora viva l'antica arte della tessitura. Notevole è anche l'offerta di prodotti gastronomici tipici dell'altopiano silano, cresciuta a dismisura negli ultimissimi anni.

Camigliatello è a 1272 metri sul livello del mare, in una zona centrale dell'Altopiano, da cui si possono raggiungere altre località turistiche; è cinto da boschi di conifere e dista solo pochi chilometri dal lago Cecita e dal Centro Visitatori di Cupone, nel Parco Nazionale della Sila. Visitato in tutte le stagioni dell’anno, il paese ha alcuni impianti di risalita e piste per gli sport invernali  sul monte Curcio.  L' offerta di infrastrutture ricettive alberghiere, di ristoro e ricreative è ampia.

  Fin qui l'identi-kit. Ma come può essere un luogo del cuore? Lo è certamente per chi come me ha conosciuto e conosce tutti nel paesone e lì passa molti mesi l’anno. E’ argomento di polemica il fatto che a Camigliatello abbiano costruito troppo (vero), a volte male (vero), che ci siano tanti e troppi problemi di gestione in estate e nel periodo della neve (vero);  ma per chi come me passeggia sul corso e saluta qui più persone che a Cosenza o a Catanzaro tutto questo non conta.Silaq1JPG

 E' la riconoscibilità che lega all’anima. Nella buona e nella cattiva sorte. Il vecchio bar-alimentari di Leonetti, nella sua solitudine, era meglio? Vero, ma poi sono nate tante occasioni di intrattenimento che prima neanche le immaginavi. In paese ma vicino, anche: a Lagarò (che patate, signori!) come a Croce di Magara (colpevolmente abbandonata su tante altre cose). Non c’è più il mercato dei contadini-produttori, grande problema irrisolto da un po’ di anni, ma soprattutto non ci sono più tanti e tanti amici che in tutti questi anni ci hanno lasciato. 

  Tanti, troppi. Tutta gente che aveva scandito la storia di Camigliatello, il vecchio borgo in cui c’era anche un busto di Michele Bianchi, il quadrumviro fascista col frustino, nel centro della villetta e di fronte alla barberia di Vincenzo, vecchio comunista cantore di un’epoca. Oggi è un altro mondo ma sempre il mio mondo, dove mia figlia si è sposata e i miei nipotini sono stati battezzati. Nella meravigliosa chiesa dove tutto è invece rimasto come prima. Sono cambiati i frati ma il rito delle serate preferragostane è identico, così come la processione nel giorno dell’Assunta.Sila2jpg

  Insomma, andateci a Camigliatello, ora è anche un po’ più complicato arrivarci, ovviamente per il Corona virus e per alcune chiusure stradali ma non ve ne pentirete. E’ un luogo dell’anima per palati che sanno gradire. Dove c’è l’aria più pulita del mondo. E quei palati diventeranno ancora più fini.


*FILIPPO VELTRI (Nato a Cosenza nel 1954, è stato caposervizio ed inviato all’Unità, all’ Ansa responsabile della sede della Calabria, collaboratore di Repubblica e Sole 24 ore. Ha scritto fra gli altri “Braccianti in Calabria” e “Elezioni, come nascono le candidature”)

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