Alaska, l'ultima frontiera / 1

di BILL BARTLETT* 

leggi la versione inglese

Le due parole che meglio descrivono l’Alaska sono: vasta e selvaggia. Le sole dimensioni – 1,7 milioni di chilometri quadrati – la classificano al 19esimo posto fra tutti i paesi del mondo. La popolazione è di appena 731.000 abitanti contro i 21 milioni dell’intera Scandinavia,  un' area con  caratteristiche geografiche molto simili. In Alaska svetta il monte McKinley (Denali), la cima più alta del Nordamerica (6190 metri), più elevato di qualsiasi picco europeo. Denali – la montagna, il Parco e la Riserva naturale – sarà il cuore di questa nostra visita.  

13-Museum-Anchoragejpg(Il Museo di Anchorage        foto di Bill Bartlett)

Per quasi tutti i turisti che arrivano in Alaska con l'aereo, Anchorage è il punto di partenza della vacanza. Nella città – non è la capitale –   vive oltre metà dell’intera popolazione dello Stato. Dell’Alaska Anchorage è lo snodo commerciale e finanziario. E’ anche una delle città meno attraenti degli Stati Uniti dal punto di vista architettonico, fatta eccezione per il museo. Anchorage infatti fu danneggiata in maniera gravissima dal terremoto del Venerdì santo del 1964. Ricostruita velocemente con fantasia scarsa, prossima allo zero, è stata vittima dell’era meno felice dell’architettura statunitense.

Anchorage è utile come base logistica, ma non vale più di un giorno o due dal punto di vista turistico. Il nostro viaggio sarà tutto in treno, automobile mai. Solo, occasionalmente, un taxi. Denali fa accezione, perché nel Parco possono addentrarsi solo i bus autorizzati.  L'hotel 4 stelle più costoso di Anchorage è il Capitan Cook. Purtroppo la città è in mano alle catene alberghiere, restano poche opzioni per una scelta indipendente:  noi alloggeremo nel piccolo Copper Whale, appena 15 camere in pieno centro, una delle poche strutture che sopravvissero al Grande terremoto.

L’Alaska Railroad è una ferrovia leggendaria e un collegamento vitale nelle infrastrutture dello Stato.  Viaggia a passo di lumaca, secondo gli standard di Europa e Giappone, ma è proprio questa la ragione per farne il mezzo di trasporto preferito. Treni e imbarcazioni sono il modo migliore per godersi le viste panoramiche;  il personale poi è sempre molto disponibile a arricchire e integrare la conoscenza dei luoghi.

05-Glacier-Calving2jpg (Il distacco di un piccolo iceberg, in inglese "calving"        foto di Bill Bartlett) 

Nostra prima destinazione è Whittier, per una crociera che ci conduce alla scoperta dei ghiacciai e della fauna selvatica dello Stretto di Prince William. Si parte da Anchorage alle 9,45 del mattino con il treno Glacier Discovery, e si arriva a Whittier alle 12,05, comodamente in tempo per la coincidenza con il Klondike express che salpa alle 12,50.  L’esperienza è indimenticabile: 257 chilometri in sei ore con pasto a bordo. Si attraversa l’Esther Passage, si entra nel College Fjord e infine nella baia di Blackstone, con vista su oltre venti ghiacciai "storici" e un autentico tripudio di vita marina.

L'obiettivo della gita sono i ghiacciai. Il capitano, che è anche un ottimo narratore-guida, ci fa navigare attraverso enormi blocchi di ghiaccio conducendoci fino a cinquecento metri dal ghiacciaio di Harvard: immagini mozzafiato, corredate dai suoni del calving, "il parto", cioè il distacco di blocchi delle dimensioni di un palazzo quando il ghiacciaio principale, in perenne movimento, entra a contatto con l’acqua.    

Ma è affascinante anche l'incontro con le colonie di animali. Una è l’area di accoppiamento dei leoni marini di Steller, che possono pesare fino a 400 chilogrammi; l’altra è il Kittiwake, che ospita diecimila uccelli ogni estate, che qui depongono le uova e svezzano i piccoli. Abbiamo anche avuto la fortuna di osservare aquile, balene, lontre di mare giocherellone e centinaia di foche.  

10-StellerSeaLionsjpg(Leoni marini di Steller                      foto di Bill Bartlett)

Il clima che ci ha accolto era secco e con vento debole, il che non accade quasi mai in Alaska.  Il cielo nuvoloso e grigio rendeva più agevoli gli avvistamenti della fauna. Dopo l’attracco abbiamo camminato fino all’Inn at Whittier, che ha meno di cinque anni di vita ma comunque un suo fascino, e offre una vista incomparabile sul porto.

Per la tappa successiva, Seward, bisogna spostarsi in taxi fino a Girwood, a 36 chilometri di distanza (spostamento da organizzare con grande cura) per salire a bordo del treno Coastal classic dell’Alaska Railroad delle 8,05, che arriva alle 11,05, ampiamente in tempo per la crociera Orca sound delle 13,30 diretta ai fiordi di Kenai. C’è il tempo per il check in all’hotel Seward,  centralissimo. Noi ci siamo anche concessi un bel brunch con pesce fresco prima della passeggiata al porto.

16-Orca1jpg

(Orche                                      foto di Bill Bartlett)

E’ incredibile quel che si può vedere in sole tre ore e mezza a Resurrection bay. Il ricordo che resterà indelebile per tutti, credo senza eccezione alcuna, sono le focene di Dall che giocano senza sosta attorno alla barca. Rispetto al giorno prima il tempo era notevolmente migliorato, non c’erano nuvole. Così abbiamo goduto di una vista incantevole verso le catene montuose di Chigach e Kenai e sui loro ghiacciai alpini. Il ghiacciaio pedemontano dell’Orso – il più grande del parco, che misura 2712 km quadrati – è stato poi una autentica sorpresa. In tutto, i viaggiatori a bordo avranno scattato migliaia di foto dell'avventura pomeridiana. Solo io, ne ho fatte 346.  

Per quanto divertenti fossero le focene, lo spettacolo delle orche che ballano e cantano a un paio di metri dal nostro traghetto aveva veramente dell'incredibile. In più centinaia di leoni marini di Steller – non 10, 20 o 30: centinaia – se ne sono stati appollaiati per l’intero pomeriggio su ogni sporgenza rocciosa disponibile. In meno di tre giorni, l'Alaska ci aveva già conquistati.

12-Porpoise2jpg

(Focene di Dall                               foto di Bill Bartlett)

Abbiamo avuto a disposizione l’intero giorno successivo per andare alla scoperta di Seward,  città dell’Alaska piccola (2830 abitanti) ma ricca di storia. Come l’intero Stato, anche Seward va ammirata in esterni, circondata com’è da ghiacciai e montagne imponenti, fra cui il monte Marathon, 921 metri, alle porte del paesino.   Abbiamo passato il tempo soprattutto al porto, zeppo di pescherecci commerciali da traino,  con la costante intrusione estiva delle navi da crociera (ma per fortuna quel giorno non ce n’erano).

Nel pomeriggio, pranzo tardi all'ottimo Smoke Shack, poi visita al Sealife centre, molto amato dagli abitanti dell'Alaska.  E’ piccolo e di relativo interesse, ma ci ha aiutati a passare il tempo fino al treno delle 18 per Anchorage, arrivato puntuale come sempre alle 22,15.  Poi un’altra giornata di sonno al Copper Whale, dopo questi due giorni entusiasmanti nella natura selvaggia. 

(1 - continua)

Leggi la seconda puntata

(traduzione di Vittorio Ragone)

* BILL BARTLETT  (Direttore operativo della Cascade Travel & Photo nell' Oregon centrale. Texas è il primo di quattro articoli scritti per foglieviaggi. Bill ha viaggiato in 58 paesi di sei continenti. Da viaggiatore storia e architettura sono i suoi interessi principali. Dopo il Texas potrete leggere 'Alaska - l'ultima frontiera')

clicca qui per mettere un like sulla nostra pagina Facebook
clicca qui per rilanciare i nostri racconti su Twitter
clicca qui per consultarci su Linkedin
clicca qui per guardarci su Instagram