A Genova la vetrina della scienza, robot-piante e viaggi nello spazio

di ROBERTO ORLANDO*

Dal robot ispirato alle piante alla conquista di Marte. Dall'Uomo di Neanderthal all'Homo Caelestis. Dai meccanismi dell'amore a quelli che sono alla base del razzismo. Dalla Pfm a Rat-Man. Fino allo scienziato discendente di Dante che racconta la scienza nella Divina Commedia. Idee suggestive, contenuti solidi come sempre e un titolo - "Mappe" - che sembra l'ideale per tornare in presenza dopo l'anno del lockdown, con l'ambizione di provare a fornire qualche strumento in più per capire questo nostro mondo sempre più complesso. E' questo il biglietto da visita dell'edizione numero 19 del Festival della Scienza di Genova, appuntamento di respiro internazionale che si materializza a partire da oggi, giovedì 21 ottobre, e fino al primo novembre, in un percorso segnato da 212 eventi dal vivo, per tutte le età, per chi fa ricerca, per gli appassionati e per gli allievi delle scuole (che restano il principale target della manifestazione).


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Tra le novità spicca il mantenimento, e non vuole essere una contraddizione in termini, di un buon numero di appuntamenti - addirittura 90 - in diretta streaming, ossia quel poco di buono che ci ha lasciato l'emergenza Covid. Per scendere un po' più nel dettaglio dei numeri: sono 131 gli incontri in cartellone, 42 i laboratori, 17 le mostre, 8 gli spettacoli e 13 gli eventi speciali. Tra gli ospiti di maggior riguardo ci sarà anche il Nobel per la Fisica Samuel Ting. Gli scienziati che parteciperanno alla kermesse della divulgazione scientifica sono 350, pochi di più gli animatori e 81 gli studenti coinvolti nel progetto di alternanza scuola-lavoro.

La Gran Bretagna sarà il Paese ospite e non è certo un caso: "Proprio a causa della Brexit abbiamo pensato fosse importante ragionare con il Regno Unito come nostra “sorella” − spiega Marco Pallavicini, presidente del Festival − Ora lavoriamo con loro e con un progetto che affronta il tema dei temi e cioè il post pandemia. Non tanto sotto l’aspetto medico, quanto sotto quello sociale, culturale ed economico"


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Pallavicini entra anche nel merito delle contestazioni no vax: "Non credo che né un terrapiattista né un no vax possa mettere in dubbio la scienza, sono posizioni indifendibili. In democrazia c'è spazio per tutti e quindi non giudico; ma, da scienziato, posso dire che l'alternativa agli scetticismi è credere con giudizio alla ricerca, che vuol dire prendere per buono ciò che è certo". Spiega: "Non ci sono discussioni sul fatto che la terra è sferica, ma nemmeno sui vaccini come strumento efficace per contrastare un'epidemia come questa. I dati lo dimostrano e sono ragionevolmente sicuri. La scienza, però, non dà certezze assolute, incontrovertibili, ma la migliore delle soluzioni disponibili".  "Nel caso del Coronavirus, che è oggetto di studi da poco tempo - è la conclusione del presidente del Festival della Scienza di Genova - ci sono ancora aspetti poco conosciuti ma l'alternativa complottista è sicuramente peggiore. Penso che la via sia quella della ragionevole fiducia nella scienza senza però credere che lo scienziato abbia la bacchetta magica, perché questo non è vero".

E' invece vero che il programma del Festival è ricchissimo (al link http://www.festivalscienza.it/site/home.html si trovano tutti gli appuntamenti della manifestazione). Vale la pena però ricordare gli appuntamenti più importanti, anche se servirebbe pure per questa operazione una mappa molto dettagliata e una buona guida.

Comunque sia, oggi quattro incontri daranno il via al Festival tra spazio, sport, fisica e... rock. Alle 18 a Palazzo Ducale il direttore dei Graphene Labs all’Istituto Italiano di Tecnologia Vittorio Pellegrini racconta le scoperte che hanno cambiato la vita umana, raccolte nel suo ultimo libro "Il lampo dell'elettrone". Sempre alle 18 ma a Palazzo della Borsa, Michele Cannoni, Giulio Giovanella e Alessandro Franceschetti svelano i retroscena “scientifici” dietro ai successi di Luna Rossa.


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Alle 18.30 a Palazzo Ducale, il capo della Divisione di Strutture, Meccanismi e Materiali dell’Agenzia Spaziale Europea Tommaso Ghidini spiega come l’uomo del nuovo millennio avrà un rapporto del tutto nuovo con il cosmo e di come l’Homo sapiens sapiens sia finalmente pronto per diventare Homo cælestis. E infine alle 21, sempre al Ducale, la Premiata Forneria Marconi incontra la (fanta)scienza in "Chi sogna oggi pecore elettriche?", una conversazione tra Franz Di Cioccio, Patrick Djivas e Alberto Diaspro che precede l’uscita del nuovo album della band progressive rock italiana.

Al Festival si celebra anche il decennale dell’Alpha Magnetic Spectrometer (AMS-02), il più grande rivelatore di particelle che opera nello spazio. E si festeggerà con Samuel Ting (in collegamento streaming), vincitore del premio Nobel per la fisica nel 1976 e inventore di AMS, con Ken Bollweg, ingegnere capo del Nasa Johnson Space Center e project manager di AMS e con Roberto Battiston, professore di Fisica Sperimentale dell’Università di Trento, uno dei massimi esperti mondiali di raggi cosmici. In collegamento ci sarà pure l’astronauta e colonnello dell’Aeronautica Militare Luca Parmitano.

L’esplorazione spaziale sarà tema di diversi incontri, tra cui la lectio "Homo Caelestis" di Tommaso Ghidini, capo della Divisione di Strutture, Meccanismi e Materiali dell’Agenzia Spaziale Europea.


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I nuovi grandi progetti per lo studio dello spazio profondo sono invece protagonisti del dialogo tra Marica Branchesi, astrofisica specializzata in radioastronomia, e Michele Punturo, dirigente di ricerca dell’Istituto Italiano di Astrofisica, nella conferenza "Il lungo viaggio delle onde gravitazionali". Ma si arriverà mai su Marte? Mentre gli scienziati lavorano per questo, il fumettista Leo Ortolani (in collegamento streaming) racconta come il suo Rat-Man ci sia già andato nell’incontro "Nello spazio nessuno può sentirti", insieme con la ricercatrice dell’Agenzia Spaziale Italiana Eleonora Ammannito.

Anche quest’anno molto spazio sarà dedicato alle neuroscienze, con ospiti da tutto il mondo: da Rodrigo Quian-Quiroga direttore del Centre for Systems Neuroscience all'Università di Leicester in "Cosa ci rende umani?", a Dimitri Kullmann, neurologo e ricercatore, in "Mappare l'attività del cervello epilettico"; e da Sergio Della Sala, docente di neuroscienze cognitive dell’Università di Edimburgo in "Mappare l'attività del cervello epilettico" ad Alessandro Gozzi, direttore del Laboratorio di Neuroimaging Funzionale dell'Istituto Italiano di Tecnologia a Rovereto, nella conferenza "Un autismo o tanti autismi?". Del cervello come sede delle emozioni e dei sentimenti e del cruciale contributo dato dalle donne alla ricerca neuroscientifica parlano invece Ruth Feldman, docente di Neuroscienze sociali dello sviluppo all'Interdisciplinary Center di Hertsliya (Israele), e Donatella Marazziti, considerata dalla rivista Class tra i 10 psichiatri più importanti d’Italia, nella conferenza "Le mappe dell'amore nel cervello". Della necessità di avere fiducia nella scienza tratta invece la senatrice Elena Cattaneo, farmacologa e biologa accademica nella sua lectio "Armarsi di scienza" e lo ribadiscono Naomi Oreskes, docente di Storia della scienza e Scienze della Terra dell’Università di Harvard (incontro solo online) nella presentazione del suo ultimo libro "Perché fidarsi della Scienza" e Massimo Inguscio, già presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche nell’incontro "Come potrebbe essere il domani".

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(immagine da pixabay)


Non poteva mancare l'attenzione per i cambiamenti climatici. Tra gli incontri previsti quello con Nicola Armaroli, dirigente di ricerca del Cnr ed esperto di conversione dell’energia solare, e Alessandro Abbotto, già Direttore del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università di Milano-Bicocca, che dialogano delle energie del futuro in "La transizione energetica non può aspettare"; mentre Antonello Provenzale, direttore dell’Istituto di Geoscienze e Georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ripercorre la storia del clima nella lectio "Coccodrilli al Polo Nord e ghiacci all’equatore". In un futuro in cui ambiente e biodiversità sono sempre più a rischio, un aiuto inaspettato può venire dal mondo delle piante: del loro ruolo, dell'importanza della loro biomassa e delle affascinanti interazioni che hanno sviluppato con altre specie trattano Paola Bonfante e Caterina Visco in "Simbiosi vegetale" mentre Barbara Mazzolai, ideatrice di un robot ispirato alle piante, in "Il futuro raccontato dalle piante" rivela cosa si può imparare dal mondo vegetale. 

Anche quest’anno il Festival dedica uno spazio ai grandi temi sociali, con incontri che inducono a riflettere sul rapporto tra donne e scienza, come quello con Gabriella Greison, definita dai media la “Rockstar della fisica”, che racconta il suo nuovo progetto "La teoria di tutte", e l’incontro GiovediScienzaOFF - Scienza senza confini di genere, con le scienziate Silvia De Francia, docente di Farmacologia all’Università di Torino, giornalista, divulgatrice scientifica su temi di farmacologia e medicina di genere e Chiara Oppedisano, Ricercatrice dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, che lavora all’esperimento Alice all’acceleratore Lhc del Cern. Invece nell'incontro "Il pensiero bianco" Lilian Thuram, ex calciatore, campione del mondo e d’Europa, fondatore dell’omonima fondazione che ha come obiettivo l’educazione contro il razzismo, insieme all’antropologo Bruno Barba espone il suo punto di vista sui meccanismi intellettuali che sono alla base del razzismo. 


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Nell’anno delle celebrazioni dantesche ecco anche una serie di eventi dedicati alla scienza contenuta nelle opere del Sommo Poeta: tra questi "Dalle miniature celesti all’Astronomia. Viaggio immaginifico nella Divina Commedia", con Sperello di Serego Alighieri, astrofisico e discendente di Dante, e Andrea Mazzucchi, ordinario di Filologia dantesca presso l’Università di Napoli Federico II; Antonio Zoccoli, presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare racconta invece Dante e la scienza moderna, tra parole, musica e immagini, e Eugenio Coccia, astrofisico e rettore del Gran Sasso Science Institute guida il pubblico in viaggio tra "Mappe di terra e mappe di cielo". 

Alla scoperta delle radici dell’umanità si spinge invece l’archeologa Rebecca Wragg Sykes, Honorary Fellow della Scuola di Archeologia, Classica ed Egittologia dell'Università di Liverpool e il paleoantropologo Giorgio Manzi, che parlano di una una specie sottovalutata e poco conosciuta nell’incontro "Conoscere i Neanderthal". Spetta ad Albert Ammermann, professore di antropologia alla Colgate University, e a Telmo Pievani, filosofo della scienza evoluzionista e grande amico del Festival, raccontare alcune tra le prime, grandi migrazioni in "I Pionieri neolitici in Europa".



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(immagine da pixabay)

Ritornano infine grandi scienziati già ospiti nelle edizioni passate del Festival e veri protagonisti della divulgazione della scienza come Amedeo Balbi, professore associato di astronomia e astrofisica presso il Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, con la sua lectio "Inseguendo un raggio di luce"; Alfio Quarteroni, matematico, docente del Politecnico di Milano e l’École Polytechnique Fédérale di Losanna e fondatore e direttore del Mox, con gli "Algoritmi per un nuovo mondo"; Gabriele Ghisellini, dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Astrofisica con "E luce fu"; Mario Livio, astrofisico e scrittore con il suo "Galileo. Contro i nemici del pensiero scientifico" e Luca Novelli, scrittore e disegnatore, giornalista e autore televisivo, che nella lectio "Disegnare fa bene alla scienza" svela l’importanza del disegno nella scienza e nel suo racconto.

Di certo la kermesse in presenza è un segnale di grande valore anche per la Liguria. "Siamo felici e orgogliosi - ha detto il presidente della regione Giovanni Toti - che il Festival della Scienza torni dopo i mesi complessi che hanno coinciso con la fase più dura della pandemia. Un festival che non solo torna in presenza, ovviamente nel rispetto di tutte disposizioni di sicurezza, ma riesce anche in qualche modo a fare tesoro dell’esperienza dell’edizione 2020, che fu praticamente tutta online".

 
Il sindaco Marco Bucci mette il Festival tra i fiori all'occhiello di Genova: "Un evento che è di esempio per le altre città italiane - ha detto - per fare sì che i giovani si avvicinino alle sfide scientifiche e di apprendimento del futuro".



*ROBERTO ORLANDO (Nato a Genova in agosto, giornalista professionista dal 1983. Ultimo capocronista del Lavoro. Dopo uno scombinato tour postrisorgimentale che lo conduce in molte redazioni di Repubblica è rientrato tra i moli della Lanterna. Viaggia, fotografa e scrive. Meno di quanto vorrebbe)



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