Il Paradiso è a Irkutsk

di CHRIS MIDDLEBROOK*

Irkutsk è una città siberiana sdraiata sulle rive del fiume Angara, a 45 miglia giù per la corrente dal lago Baikal, dove l’Angara nasce. Il lago ha 25 milioni di anni, è il più antico sulla terra. E’ anche il più grande serbatoio d’acqua dolce del pianeta, supera per volume i Grandi laghi del Nord America messi assieme. Baikal è anche il bacino più profondo: in certi punti la distanza fra la superficie e il fondo è di oltre un miglio.

irku2jpg(Foto di Laurie e Andrew Knutson)

Irkutsk ha più o meno 600mila abitanti, il che ne fa una delle città più grandi della Siberia. Fondata nel 1662,  esibisce nello stemma comunale – che  risale al 1690 - una tigre siberiana che stringe tra le fauci uno zibellino.  Le tigri  siberiane sparirono da questo territorio nell’Ottocento, Irkutsk no. Dopo la rivoluzione decabrista del 1825, i rivoltosi scampati alla fucilazione furono deportati qui. Così, per il resto del diciannovesimo secolo la città, come molte altre in Siberia, fu nota come città di esuli: un luogo in cui si arrivava per essere puniti, e per sparire.

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La costruzione della Transiberiana negli anni intorno al 1890, e l’inclusione di Irkutsk tra le fermate principali, modificarono rapidamente sia le caratteristiche sia la percezione della città. La ferrovia, che comincia a Mosca e finisce a Vladivostok sul Mar del Giappone,  è lunga 5772 miglia. La distanza fra Mosca e Irkutsk è 3202 miglia, tutto sommato poca cosa, al confronto. Entro il 1905 di Irkutsk già si parlava come “La Parigi siberiana”. Cultura, musica, teatro. C’era perfino l’elettricità. L’età dell’oro finì però bruscamente, con il rovesciamento dello Zar e la rivoluzione. Irkutsk divenne il campo di battaglia siberiano fra i Rossi e i Bianchi. Seguirono settant’anni di tirannia sovietica. Poi, a cominciare dal 1991, una lenta trasformazione.

irku12jpg (foto di Laurie e Andrew Knutson)

 Nel gennaio del 2014 la squadra nazionale statunitense di bandy arriva a Irkutsk per i Campionati del mondo. I lettori avranno googlato Bandy, per capire di che si tratta. Detto in sintesi, è uno sport invernale e si gioca su una pista di ghiaccio grande quanto un campo di calcio, con squadre composte da dieci pattinatori e un portiere.

I giocatori impugnano delle mazze simili a quelle da hockey su prato, e cercano di segnare in una porta alta poco più di due metri e larga 3 metri e 35 cm. Il bandy è nato molto prima dell’hockey su ghiaccio, in Russia è lo sport nazionale d’inverno. Il feroce gelo siberiano è la sua casa, perché le temperature bassissime garantiscono ghiaccio naturale da metà novembre all’inizio di marzo.   

La mattina del 2 febbraio 2014, il sole non si sollevò sul lago Baikal e su Irkutsk fino alle 9 e 52. La temperatura era meno 31 gradi Celsius, ma il vento gelido e la giornata burrascosa la fecero precipitare fino a meno 48.

irku7jpg (foto di Laurie e Andrew Knutson)

Un freddo del genere paralizzerebbe città intere, nel resto del mondo. Ma questa è Irkutsk, questa è la Siberia. E c’è un incontro di bandy da giocare fra Stati Uniti e Bielorussia per il Campionato del mondo. Le due squadre si sono già incontrate nel girone all’italiana il 26 gennaio, e gli Usa hanno vinto 7 - 4 appena 18 ore prima di affrontare il viaggio di quaranta ore da Minneapolis a Irkutsk. Le due squadre devono ora scontrarsi di nuovo nel girone di consolazione. L’intera settimana è stata freddissima. Le squadre hanno già giocato quattro incontri dentro temperature marziane. Ma col vento a meno 48 gradi oggi è in assoluto il giorno più freddo. Eppure, sugli spalti ci sono 1500 spettatori russi.

Durante la partita si verifica un incidente mai visto prima. Il freddo è così intenso che all’ennesimo colpo ricevuto la palla - che ha un cuore di sughero rivestito di plastica dura – si spacca a metà. Il gioco si ferma, giocatori e arbitri ridono stupefatti. Tutti vogliono la foto con la palla in pezzi. La partita finirà con la vittoria degli Usa per 3 - 2. Il giorno dopo giocheranno con la Norvegia per il quinto posto. Stavolta la temperatura è mite, quasi estiva: solo meno 26 celsius, e anche il vento prende una pausa. Nel girone eliminatorio le due squadre avevano pareggiato 5 - 5, ma stavolta il campo dice Norvegia, vince 6 a 3. bandyjpg (foto di Laurie e Andrew Knutson)

Dopo la partita gli americani salgono sul bus della federazione e si dirigono al Trud Stadium per la partita finale tra Svezia e Russia. Scortati dalla sicurezza, scendiamo direttamente davanti all’ingresso giocatori. Ci sono 30mila spettatori dentro, e il match sta cominciando. La temperatura è schizzata a meno 22 Celsius, tanto che le persone stanno addirittura sedute. Il secondo tempo viene interrotto quando uno degli arbitri si impiglia col pàttino in una fenditura del ghiaccio strappandosi tutti i legamenti di un ginocchio. Le urla di dolore ammutoliscono lo stadio. Poi un’ambulanza porta via il malcapitato, gli spettatori si svegliano e con loro anche la squadra russa. Vince 3 - 2, e vince anche il Campionato del mondo.

Dei 30mila presenti all’incirca 29.500 sono russi, e si godono l’euforia tribale che solo i trionfi in guerra e nello sport sanno produrre. La squadra americana risale sul pullman per rientrare in albergo, ma è complicato attraversare il mare di gente pazza di gioia. Il bus fa fatica, procede a passo d’uomo. La folla alla fine si apre, e nell’aprirsi qualcuno si avvede della grande bandiera americana appoggiata sul parabrezza. I tifosi cominciano a sorridere, poi a  gesticolare  entusiasti. 

irku9jpg (foto di Laurie e Andrew Knutson)

Applaudono, stringono le mani e le sollevano sopra la testa. Fanno il gesto universale di approvazione, i pollici in alto. Le facce ci dicono che la contentezza è genuina. Per i giocatori statunitensi e per i loro allenatori è una delle esperienze più potenti mai vissute. Calore e empatia in purezza, senza filtri. Dev’essere una sensazione così, quando si attraversano i Cancelli  del Paradiso. 


(traduzione di Vittorio Ragone)


*CHRIS MIDDLEBROOK (Avvocato, è stato giocatore professionista di bandy e è l’autore di una raccolta di 118 racconti brevi, “Cronache del bandy – Alla ricerca di uno sport dimenticato”. Prima da giocatore della nazionale Usa, poi da allenatore e ora da presidente della Federazione americana bandy ha viaggiato a lungo nei paesi del Nord e in Urss, in Asia centrale e in Cina. Attualmente risiede a Minneapolis, sua città natale, con Cathy, con la quale è sposato da 36 anni).


 

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