Capitale della Cultura 2024 / La sindaca di Sestri Levante: "Dal mare alla montagna, il grande Atlante del Tigullio"

Il 3 e 4 marzo si terranno le audizioni delle città che concorrono al titolo di Capitale della cultura italiana per il 2024 (quest'anno è Procida).

Le dieci "finaliste" sono l'Unione dei Comuni Paestum-Alto Cilento, Ascoli Piceno, Chioggia, Grosseto, Mesagne, Pesaro, Sestri Levante con il Tigullio, Siracusa, Viareggio e Vicenza.


di ROBERTO ORLANDO*

I veri motivi per cui potrebbe essere proprio il Tigullio a vincere la sfida con le altre nove candidate finaliste a Capitale della cultura 2024 lo lasciamo spiegare alla sindaca di Sestri Levante, la quale durante l'Economic Forum Giannini del giugno 2021 a Chiavari lanciò l'idea di partecipare al bando.     

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"Il ministero ci ha chiesto di non divulgare i contenuti del dossier prima dell'audizione del 3-4 marzo - spiega Valentina Ghio, da otto anni prima cittadina di Sestri Levante - però possiamo dire che l'obiettivo è quello di utilizzare il veicolo della cultura nelle sue varie declinazioni per rilanciare il Tigullio dopo l'emergenza pandemia e per farlo procedere coeso. Siamo 28 comuni, sia lungo la costa che nell'interno, magari molto belli, alcuni però anche molto piccoli che hanno difficoltà a organizzare iniziative da soli. Tutti insieme invece secondo me si possono creare grandissime opportunità di crescita soprattutto nel settore della cultura".  

Ma quali sono i cardini della candidatura?    

 "Lo scopo è quello di redigere l'Atlante culturale del Tigullio in cui raccogliere tutte le caratteristiche e le peculiarità che contraddistinguono questo angolo di Liguria. Non solo però sotto l'aspetto strettamente culturale, ma anche del saper fare: l'artigianato, i prodotti delle nostre terre, le loro origini, i mestieri tipici. L'altro obiettivo è quello di riuscire a mettere in rete i percorsi museali e gli eventi che vengono organizzati da ciascuno".    


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(Valentina Ghio)


Sembra un evento già il fatto di aver messo insieme 28 comuni come se fossero uno solo...    

"Eh sì, quasi un evento storico. L'accordo funziona e percepisco entusiasmo fin da subito. Certo, all'inizio essendo così numerosi abbiamo dovuto confrontarci e mediare, come era normale che fosse del resto, per poi far prevalere le idee più condivise".    

E' un evento anche il fatto che il Tigullio, che sembrava quasi adagiato sulle sue bellezze paesaggistica e sull'offerta turistica d'eccellenza assoluta, voglia fare un passo avanti: l'offerta culturale probabilmente non è sempre stata all'altezza...    

"Direi piuttosto che l'offerta culturale non è sempre stata omogenea. Uno dei limiti è stato quello per esempio di non aver mai avuto un calendario condiviso delle iniziative che pure tutti i comuni del Tigullio organizzano. Penso che al di là del risultato che riusciremo a raggiungere con la candidatura, avere un calendario comune e l'Atlante possa rappresentare un punto di svolta. Quello che faremo il 3 e 4 marzo in occasione dell'audizione al ministero dovremmo replicarlo in tutti i luoghi di possibile promozione turistico-culturale: fiere, manifestazioni nazionali e internazionali. Siamo ovviamente molto contenti di essere tra i dieci finalisti, ma pensiamo che questa esperienza debba continuare anche se non sarà qui nel 2024 la capitale italiana della cultura. E' una cosa che ci siamo detti da subito e nella quale abbiamo coinvolto tante realtà non solo territoriali e non solo dell'ambito culturale: la Regione, l'Università che ci aiutati molto a preparare la candidatura, la Camera di commercio, gli industriali, il mondo delle associazioni, il terzo settore".    

Sindaco, la rivalità è agguerrita, quale può essere la vostra carta vincente?    

 “La peculiarità e la varietà, un insieme unico che va dalla cultura del mare fino a quella della montagna: in pochissimi chilometri nel Tigullio si trova veramente di tutto. Un altro punto di forza è certamente l'enogastronomia che è a sua volta cultura e storia del territorio. Nel dossier per la candidatura una sessione è dedicata alle nostre specialità caratteristiche, in molti casi uniche: dall'olio alla focaccia col formaggio, alla salagione delle acciughe, alle produzioni di formaggio tipiche della Val D'Aveto. Essere tra le prime dieci d'Italia con Siracusa, Paestum, Pesaro, Viareggio è già motivo d'orgoglio. Certo, meglio sarebbe vincere...”

 

 

*ROBERTO ORLANDO (Nato a Genova in agosto, giornalista professionista dal 1983. Ultimo capocronista del Lavoro. Dopo uno scombinato tour postrisorgimentale che lo conduce in molte redazioni di Repubblica è rientrato tra i moli della Lanterna. Viaggia, fotografa e scrive. Meno di quanto vorrebbe)


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