Terre di Baronìe, ex conventi e fattorie magiche a Carapelle Calvisio / 2

foto e testo di GABRIELLA DI LELLIO*

Superato il paese di Barisciano, se invece di continuare sulla nuova statale 17 si prende il primo bivio che conduce a Carapelle Calvisio, nucleo fondante della Baronia, ci si immette sulla vecchia strada accedendo da Piano Buto. Qui iniziano i tornanti che la vegetazione ha parzialmente ricoperto con alberi e ginestre in fiore.

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Le origini di Carapelle Calvisio risalgono probabilmente ad epoca romana. Non lontano dall’abitato c’era un tempio di Venere e dal nome di una sacerdotessa della famiglia Calvisia deriva l’aggettivo “Calvisio”, che si aggiunge anche al paese vicino di Castelvecchio. Ora il tempio non è che un ammasso di ruderi indistinguibili, nascosti dalla vegetazione.

Al paese non si può accedere né in auto né a piedi; è ancora in zona rossa dal terremoto del 2009 e molti palazzi sono ancora “impacchettati” da tubi di ferro e cavi di acciaio. Durante una visita recente mi ha sorpreso vedere un pulmino parcheggiato lungo la strada d'ingresso, che è costeggiata da un muro di cinta con un gran portale storico importante.

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(Porta d'ingresso dell'ex convento) 

Mi sono sentita chiamare. Era Bruno De Lauretiis, un amico di vecchia data, un maestro ed allenatore di sci con cui ho condiviso il mio passato sportivo. Lo avevo perso di vista da un bel po’ di anni fino a quando suo figlio diventò mio alunno al Liceo Scientifico.

Con la moglie Emanuela, Bruno era venuto in paese per tagliare l’erba del suo giardino oltre le mura storiche che mi avevano incuriosito. Mi ha invitato ad entrare e mi sono ritrovata all’interno di un ex convento francescano del tardo ‘500. L’intera struttura era diventata proprietà della sua famiglia dal 1870 e Bruno, pur vivendo a L’Aquila, lì mantiene un appartamento ristrutturato nel 2017 da lui e dal padre ultranovantenne.


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(L'ex convento)

L’ex convento, attualmente diviso in abitazioni civili, è intatto nella sua struttura fondamentale. Tutto è stato mantenuto com'era, anche la “toilette” cinquecentesca. Per la presenza di affreschi, pozzi, mangiatoie, vecchi arnesi e poi per la luce accecante della pietra, risulta un luogo incantato. Perfino Vittorio Sgarbi è venuto ad ammirarne la bellezza.

 
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(La toilette del convento)

 Il chiostro del convento ha un pozzo posto lateralmente, al lato del quale un’ampia scalinata sormontata da arcate porta al piano superiore. È un set di grande bellezza dove da due anni a questa parte durante l’estate si tengono concerti delle maggiori associazioni musicali abruzzesi.

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(Il chiostro)

Affacciandosi dal chiostro si ha la precisa visione dei diversi piani di collocazione geografica di Carapelle più su Castelvecchio e sullo sfondo la Rocca di Calascio a confine con il cielo.

Carapelledietro Castelvecchio Calvisio sullo sfondo in alto la Rocca di CalascioJPG(Carapelle e Castelvecchio)

Se dopo la musica si volesse fare un’esperienza culinaria altrettanto eccellente, si dovrebbe andare alla “Fattoria Valle Magica”. Ne ho scoperto l’esistenza parlando con una carapellese doc, Franca Milani, ex dirigente amministrativo della ASL de L’Aquila. Con l'entusiasmo e l’orgoglio proprio di chi è molto legato alla propria terra, Franca mi ha parlato di questo luogo fantastico e di una storia di determinazione, coraggio e tanta sana follia. 

È proprio qui, nella terra della Baronia, che Ralph Boston e Ninke Sengers, irlandese lui e olandese lei, hanno dato vita nel 2016 alla Fattoria Valle Magica*, l’azienda agricola etica, sostenibile, ed eco-compatibile che sognavano quando vivevano e lavoravano in Inghilterra. Ralph, 43 anni, era un “manager director” di Amazon Slovacchia, una carriera brillante che tuttavia lo obbligava a stare molte ore lontano da casa e soprattutto dai quattro bambini di cui si occupava sua moglie Ninke, 31 anni, psicologa in neuroscienze. 

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(L'area esterna della fattoria Valle Magica)

L’idea di vivere una vita completamente diversa cominciò a prendere forma grazie ai racconti di Riccardo, un ottantenne abruzzese residente nel Regno Unito e affetto da Alzheimer che Ninke assisteva per quattro ore al giorno. 

La coppia si trasferì a Carapelle ed acquistò a Ponte Amaro, poco fuori del paese, una tenuta agricola con il casale da ristrutturare e adibire a laboratorio di trasformazione dei prodotti. Al casale si aggiunsero otto arnie con le api, galline, oche e anatre, pecore Gentile di Puglia, capre di razza Girgentana, maiali neri, tutti animali che oggi circolano liberamente nella fattoria. Per non parlare della produzione di uova, carne, conserve, salumi, tra i quali anche il prosciutto di papera, miele e formaggi, lana, e liquori alle spezie. L’ energia elettrica è prodotta da pannelli solari sufficienti a sostenere tutte le varie attività di lavorazione. 

La fattoria è attrezzata per organizzare grigliate, tour, workshop, visite scolastiche, pic-nic, degustazioni ed eventi a tema, con uno spazio dedicato esclusivamente ai bambini.

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(Rocca Calascio vista da Carapelle)


Gli ospiti trovano pomodori e vari ortaggi nell’orto self-service. La carne, ottima, viene servita su piatti di avena che a fine pasto sono dati da mangiare agli asini. Nulla si spreca, tutto si ricicla. È successo che i lupi abbiano sbranato alcune pecore e capre in pieno giorno, ma a Ralph non piace pensare che gli si possa sparare, perché fanno parte della natura. 

La cucina di Carapelle in generale, è tipicamente contadina e si basa su prodotti locali: olio, cereali, formaggi, olive, tartufi, ortaggi e patate. È una consuetudine la coltivazione di cereali minori come il farro ed il grano di Solina. Regnano sui primi piatti gli spaghetti alla chitarra, ammassati a mano e lavorati sul tipico telaio che dà alla pasta la sua forma quadrangolare, poi condita con tartufo o ragù di agnello. Gli stessi condimenti vengono usati per i ravioli ripieni di ricotta di pecora. 

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(Franca Milani)

Una peculiarità della zona, mi racconta Franca, sono i fichi fritti che cucinava sua madre.

Venivano colti i fioroni, in dialetto i “fillacchi”, frutti giovani che forse a causa del clima non arrivavano mai alla piena maturazione, e poi fritti in padella da soli o con le uova, o cotti in aceto e conservati sott’olio


*Fattoria Valle Magica SAS. Località Ponte Amaro, Carapelle Calvisio, L'Aquila T: +39 3348 3348 58 - E: info@vallemagica.com


 (2 - continua)

leggi la prima puntata



*GABRIELLA DI LELLIO (Sono aquilana e sorella minore di nascita. Mi sento ottimamente a Roma e meno a L' Aquila dal terremoto del 2009. Ho insegnato lingua e letteratura inglese nel Liceo Scientifico della mia città. Sono maestra di sci perché amante della montagna e della neve. Mi piace la fotografia analogica in bianco e nero, che ho ripreso a fare dopo trent'anni e a cui intendo dedicare il mio tempo. Sono cresciuta nella FGCI e nel PCI fino alla “deriva occhettiana")