Spiagge libere, che miraggio. Boom di concessioni, oltre metà delle spiagge chiuse o a pagamento

di REDAZIONE*

Spiaggia libera, pia illusione. In certe zone del paese, poi, una vera e propria utopia. 

Con la seconda estate di pandemia il problema si ripropone, e Legambiente ha provato a sintetizzarlo in un report. Ecco i dati salienti: più del 50% delle aree costiere sabbiose è chiuso al bagno libero.  Per varie ragioni. La prima: l’aumento vertiginoso delle concessioni balneari, salite quest'anno a 12.166 (erano 10.812 secondo i dati del Demanio, nel 2018): un incremento del +12,5%. Tra le regioni "prodighe" con i privati ci sono Liguria, Emilia-Romagna e Campania, che hanno quasi il 70% dei lidi occupati da stabilimenti balneari. In Abruzzo gli stabilimenti passano da 647 del 2018 a 891 del 2021. In Sicilia da 438 a 620. In Campania l'aumento è del 22,8%, in  Basilicata del 17,6%. E così via.

Nella classifica dei comuni costieri il record spetta a Gatteo (Forlì-Cesena) che ha TUTTE le spiagge in concessione. Poi Pietrasanta (Lucca) con il 98,8% dei lidi in concessione, Camaiore (Lucca) 98,4%, Montignoso (Massa Carrara) 97%, Laigueglia (Savona) 92,5%, Rimini 90% e Cattolica 87%, Pescara 84%, Diano Marina (Imperia) con il 92,2%. Le aree rimaste per spiagge libere sono spesso, in generale, degradate, i canoni per le concessioni sono ovunque bassi e in alcune località di turismo di lusso - sostiene Legambiente - "vergognosi" a fronte di guadagni milionari. Il report cita come esempio  le 59 concessioni del Comune di Arzachena, in Sardegna, per le quali lo Stato nel 2020 ha incassato in totale 19mila euro l’anno. 

sopiagge bibioneJPG

Ma a pesare sulle poche spiagge italiane è anche il problema dell’erosione costiera - afferma il rapporto - che riguarda circa il 46% delle coste sabbiose e che si sta accentuando a causa della crisi climatica. La spesa per combatterla - con interventi finanziati dallo Stato e, in parte, da Regioni e Comuni – è di circa 100 milioni di euro l’anno ed è maggiore rispetto a quanto lo Stato incassa effettivamente dalle concessioni balneari (83 milioni gli incassi effettivi su 115 milioni nel 2019, unici dati disponibili). C’è infine la questione legata alle coste non balneabili: complessivamente lungo la Penisola il 7,7% dei tratti di coste sabbiose è di fatto interdetto alla balneazione per ragioni di inquinamento. Sicilia e Campania contano in totale circa 55 km su 87 km interdetti a livello nazionale.


spiagge regole ueJPG

Spiagge libere: Toscana, Basilicata, Sicilia, Friuli-Venezia Giulia e Veneto si confermano le cinque regioni in cui non esiste nessuna norma che specifichi una percentuale minima di costa destinata alle spiagge libere o libere attrezzate. Altre regioni sono invece intervenute fissando percentuali massime, ma poche in maniera incisiva e con controlli a tutela della libera fruizione. Tra i casi virtuosi la Puglia e la Sardegna che hanno stabilito il principio del diritto di accesso al mare per tutti fissando una percentuale di spiagge libere pari al 60%, superiore rispetto a quelle da poter dare in concessione (40%). Segue il Lazio che fissa al 50% la quota minima di spiaggia libera o libera attrezzata. Lungo il litorale romano si registra allo stesso tempo il record negativo per continuità di litorale senza spiaggia libera, con un muro a Ostia che impedisce per circa 3,5 chilometri di vedere il mare e di fruirne gratuitamente.



spiaggecomuniJPG


Nel report vengono segnalate però anche "buone notizie green". Per esempio, gli stabilimenti che puntano su un’offerta di qualità: ci sono quelli plastic free, quelli che investono sul solare, che salvaguardano le dune, valorizzano prodotti a km zero, prevedono spazi ad hoc per chi si muove in bici o con mezzi di mobilità elettrica. Tra le new entry di quest’anno: Bagno Giulia 85 – Riccione è il primo stabilimento entrato a far parte del progetto provinciale sul turismo sostenibile “Agenda 21 e la Spiaggia Tamerici – Cesenatico, un arenile rinaturalizzato libero, dove a differenza delle altre spiagge libere l’ombrellone non lo devi portare, perché l’ombra è disponibile, naturale, gratuita grazie agli ombrelloni di tamerice. La spiaggia è accessibile anche a persone con ridotta capacità motoria e anche i servizi essenziali come le cabine spogliatoio e le docce sono state realizzate con pali di castagno privi di corteccia e l’acqua tiepida è garantita da un sistema di tubi interrati, per sfruttare il surriscaldamento del suolo. 

(fonte: ufficio stampa Legambiente)

clicca qui per mettere un like sulla nostra pagina Facebook
clicca qui per rilanciare i nostri racconti su Twitter
clicca qui per consultarci su Linkedin
clicca qui per guardarci su Instagram