Randonnée napoletana

di TINA PANE*

Al motto di “Né forte né piano, ma lontano” convergono a Napoli per questo primo fine settimana di maggio centinaia di ciclisti, provenienti da tutta Italia e anche dall’estero, per partecipare alla seconda Randonnée di Napoli, evento dedicato alla “passione, bellezza e fatica del pedalare” e inserito nella più grande manifestazione Napoli Bike Festival che parte appunto il 1° maggio e festeggia quest’anno il suo decimo compleanno.

I ciclisti si misureranno su due percorsi cicloturistici da 100 e 200 chilometri con prima partenza sabato alle 8,00 dall’area ex Base Nato di Bagnoli (ora parco San Laise, ma nessuno riesce a chiamarlo così) per poi dirigersi verso la vicina Mostra d’Oltremare e da qui iniziare un vero e proprio tour di ciclo-scoperta attraversando 22 comuni della città Metropolitana di Napoli, 4 comuni della provincia di Caserta, alcuni tratti del Parco Nazionale del Vesuvio e del Parco Regionale dei Campi Flegrei (con i suoi quattro laghi) fino ad arrivare al punto più a nord del percorso, il fiume Volturno.

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Nei due percorsi non manca il centro storico di Napoli, con le tappe già solcate dal Giro d’Italia del 2013, e un costante collegamento con il mare e, almeno visivamente, con le isole del Golfo e la Costiera Sorrentina.

La “Rando” di Napoli, che è organizzata dall’ ASD Napoli Pedala, è dedicata al campione ciclistico Michele Scarponi (morto per essere stato investito da un camion durante un allenamento) e insieme alla Fondazione a lui dedicata intende attirare l’attenzione sui temi della sicurezza stradale per ciclisti, pedoni e soggetti deboli, nonché tentare di istituzionalizzare le “Domeniche a piedi”.

La cultura della bici e il suo crescente utilizzo come mezzo di spostamento alternativo nelle aree urbane sono fenomeni che la pandemia ha fortemente accelerato, ponendo problemi di ordine pratico, a cominciare dalla realizzazione delle piste ciclabili (a Napoli è un discorso appena abbozzato) e dalla riorganizzazione della viabilità, e spingendo l’opinione pubblica ad approfondire tematiche collegate all’uso della bicicletta (come sobrietà nei consumi, riciclo, lentezza e legalità) in contrapposizione al mito ancora resistente della velocità.

In ultimo, ma non da ultimo, la promozione del cicloturismo per Napoli (ma anche per qualunque altro luogo) può contribuire a destagionalizzare i flussi turistici e a promuovere le aree interne. Una randonnée in bici, ma anche a piedi, rappresenta una modalità di fruizione turistica a cui cominciare a pensare come un’opportunità e non come una necessità derivante dall’attuale situazione sociosanitaria.

E che a nessuno vengano in mente battute del tipo “T’è piaciuta, ‘a bicicletta? E mo’, pedala!”.


* TINA PANE (Napoli, 1962. Una laurea, un tesserino da pubblicista e un esodo incentivato da un lavoro per caso durato 30 anni. Ora libera: di camminare, fotografare, programmare viaggi anche brevissimi e vicini, scrivere di cose belle e di memorie)

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