Musei, quando il biglietto è un mouse

di DANILO MAESTOSI*

Un clic e ti si squaderna davanti il più ricco campionario di opere di Van Gogh esistente al mondo: 1200 tra disegni, studi, bozzetti e tele, che in poco meno di un decennio il pittore olandese ha prodotto e si è lasciato alle spalle prima di morire a soli 37 anni di età, ucciso - forse un incidente, più probabilmente un suicidio - da un colpo di pistola, in quel paesino della Francia del Sud che era diventato l’ultimo rifugio della sua implacabile inquietudine di uomo ed artista. E’ la piattaforma, messa gratuitamente a disposizione di tutti da un cartello di musei di Amsterdam, pilotato da quello intitolato a Van Gogh, tappa obbligata per il turismo dei Paesi Bassi, imperdibile anche per le tribù che dall’Italia calavano qui per fumarsi senza alcun rischio una canna nei bar specializzati, ma che nel genio tormentato di quel maestro mai baciato in vita dal successo riconoscevano una via di fuga e di speranza per i loro incasinati destini.

virtual tour uffizi2JPG

GLI UFFIZI. PROVA IL TOUR VIRTUALE

Ecco, proprio a loro ho pensato, ripercorrendo a stralci il cammino virtuale dischiuso da quel link. Ne sarebbero usciti appagati? Temo proprio di no. Perché  quell’incursione sul web, apparentemente così vicina alla loro attitudine di smanettoni, è in realtà stata concepita soprattutto per un pubblico di esperti: modellata come un catalogo scientifico da consultare e studiare e non come l’antologia, il diario tutto personale di emozioni, sorprese, scoperte che ci si porta appresso - se si è attenti e disposti a guardare davvero - attraversando in presa diretta e dal vivo le sale affollate da quelle stesse icone.

E’ il limite - qui solo più accentuato da un rigore un po’ luterano - di quasi tutte le iniziative di questo tipo, nate in Italia per alleviare l’embargo e i divieti imposti dal Covid: visite guidate per un pubblico collegato al pc, sala per sala, spesso quadro per quadro, ai nostri più importanti musei o ai nostri monumenti, ai nostri tesori archeologici. Dagli Uffizi al Museo Nazionale romano, da Caserta al Colosseo, dal Mart di Rovereto al Maxxi. 

Le più riuscite? Quelle dove l’appalto a società private attrezzate e rodate nel trattare e far parlare le immagini ha contenuto l’influenza degli specialisti e dei tecnici delle soprintendenze, arroccati sulla gestione dei propri saperi, poco allenati alla divulgazione. 

tour virtuale Cappella sistinaJPG

LA CAPPELLA SISTINA. PROVA IL TOUR VIRTUALE

Ma non è stato tempo perso. Alleviare la morsa dell’isolamento per gli appassionati confinati a casa, il primo vantaggio. Scrostare ruggini, introdurre nuovi punti di vista, aprire spiragli alle potenzialità della tecnologia digitale il secondo vantaggio. Censire e poi mettere in rete i materiali e i gioielli sconosciuti chiusi nei depositi e magazzini il terzo passo avanti. E infine il quarto: riempire di contenuti diversi e collaudi concreti il dibattito sulla necessità di svecchiare e trasformare in luoghi più accoglienti e parlanti le istituzioni museali. Senza snaturarne, o cancellarne però le funzioni essenziali, prima tra tutte quella di conservare, custodire e ampliare i tracciati e i cimeli della Storia e della Memoria, e metterli a disposizione di tutti come indispensabili e irrinunciabili risorse per il futuro.

 Priorità quest’ultima che sembra essere stata accantonata dagli ultimi provvedimenti anticovid: giusto tentare di tener aperte il più possibile fabbriche e cantieri, ma perché chiudere, anche in zona gialla e in modo indifferenziato, i musei, soprattutto quelli che avevano dimostrato di riuscire a mantenere distanze e affollamento e registrato tassi e rischi di contagio irrisori? 

Chissà - è un paradosso - forse è meglio così. Perché il divieto di accesso e il timore da cui nasce rivelano una verità sotterranea e inconsapevole, da tener buona quando pensiamo al futuro liberatutti che prima a poi saremo chiamati a costruire: la certezza che nei musei si possono pure centellinare e separare tra loro i visitatori, ma non è in fondo possibile mantener la distanza tra i corpi, perché anche i quadri, le statue, ogni opera d’arte che ospitano sono corpi che reclamano vita, interagiscono con noi, ci sputano addosso l’infezione del loro respiro, voci e pensieri che ci entrano dentro.

pinacoteca di BreraJPG

LA PINACOTECA DI BRERA. PROVA IL TOUR VIRTUALE

Immagini certamente, gradevoli o sgradevoli non importa. Ma non solo quelle. Forse, a usar bene la metafora, dei virus, che si fanno strada nel sangue, scatenano reazioni imprevedibili. E in parte ingovernabili. Già mentre sono in gestazione: un pittore mentre dipinge vive sempre il dubbio che sia il quadro a dipingere se stesso, il pennello a tirargli fuori quel segno apparso sulla tela. Figuriamoci un’opera data per finita ed esposta, che appartiene e parla ormai solo a chi la sta ad ascoltare. Non sempre e non per tutti allo stesso modo. Fate la prova voi stessi. Visitate una grande mostra: di cento quadri che avete ammirato, quanti ve ne restano scolpiti in mente come ricordi indelebili? E guarda caso sono quelli a cui avete avvicinato il più possibile lo sguardo. Perché vi hanno chiamato, vi hanno teso davanti un colore, una figura, uno spicchio di spazio, insomma un filo d’Arianna per entrare nel labirinto e abitarlo.

Un’immagine riprodotta, una foto, un ologramma di quel quadro? No, non è lo stesso, la stessa esperienza. Prendete il volto o il corpo della persona che amate e state osservando, annusando dal vivo. Una foto può ridestarne il ricordo, ma non uguagliare quel rapporto diretto.

Ben vengano dunque la tecnologia digitale, le visite virtuali, le banche dati che la rete ci mette a disposizione. Strumenti preziosi di conoscenza. Di divulgazione e crescita culturale. Ma il contatto diretto - come l’insegnamento a scuola -  resta insostituibile. Almeno per noi umani. Ed è un tesoro che dobbiamo continuare a preservare. Van Gogh sarebbe stato d’accordo.   

   

*DANILO MAESTOSI  (Romano, 1944, laurea in legge. Giornalista da 55 anni: Tempo, Rai, Paese Sera, Ansa, Messaggero. Ora collabora da pensionato per varie testate d'arte e cultura. Da 25 anni ha iniziato una carriera parallela di pittore. Non ha mai smesso di domandarsi perchè)


clicca qui per mettere un like sulla nostra pagina Facebook
clicca qui per seguirci su Twitter
clicca qui per consultarci su Linkedin
clicca qui per guardarci su Instagram