Backstage - 5) Battiato, e perchè non lo amavo

di ANTONIO SILVA* 

Non amo Battiato. Lo dico subito così sgombriamo il campo da eventuali incidenti diplomatici.

Tutto per colpa di una foto.

Nel 1971 comparvero sui muri di Milano – ma immagino anche altrove – enormi cartelloni di 10x4 che pubblicizzavano un divano. La fotografia – pessima per il mio gusto – mostrava un tizio che indossava dei pantaloni che credo volessero essere una citazione della bandiera degli USA, fornito di stivaloni, occhialoni, basettoni, capelloni. Insomma, troppo. Se volete vederla, la trovate ancora in giro su Internet.

Non sapevo che il soggetto fosse Battiato: allora non era ancora così famoso. Ignoravo pure che quella foto l’avesse ideata/scattata il mitico Gianni Sassi. Comunque lì mi sono detto: uno che fa ‘sta roba qui non fa per me. Ricordate che quelli erano tempi molto “ideologici”. Anche io lo ero. Lui, anni dopo, disse che non sapeva che la foto sarebbe servita per la pubblicità di un divano.

Ma intanto mi era andato giù di sbirolo.

Salvi con Mannoiajpg

(Fiorella Mannoia e Antonio Silva)

Nel 1979 venne ospite di Antenna 3 – una televisione privata allora molto seguita – a presentare il suo disco, L’era del cinghiale bianco, in una trasmissione per studenti nella quale ero coinvolto anche io.

Ormai cominciava a farsi conoscere e i ragazzi che partecipavano alla puntata e soprattutto io avremmo voluto avvicinarlo, parlargli. Macché. Fece il suo pezzo in playback – ma allora, a onor del vero, facevano tutti così – e se ne andò. Manco un autografo. Il che non migliorò la sua posizione nella mia personale classifica.

Quando poi, negli anni ’80, scoppiò per lui il grande successo, le veementi discussioni con i miei studenti – che lo osannavano – contribuirono ulteriormente ad allontanarmi dal suo repertorio che pure conoscevo e seguivo. Il motivo: con alle spalle robusti studi di filosofia, e insegnante della materia, trovavo fuorviante il suo esoterismo che invece incantava i ragazzi.

L’abbiamo chiamato più volte al Tenco (per i non addetti ai lavori: Rassegna della canzone d’autore/Premio Tenco che si svolge a Sanremo dal 1974). Sarebbe dovuto venire una prima volta nel 1992 per ritirare la Targa “Miglior canzone”, con Povera Patria. Ma quell’anno, per mancanza di fondi, la Rassegna non si tenne.

Venne però nel 1999: Targa “Miglior Album”, Gommalacca. Nel 2000: Targa “Miglior album interprete”, Fleurs. Nel 2009: Premio Tenco. (Per i non addetti ai lavori: differenza tra Targhe Tenco e Premio Tenco. Le Targhe Tenco vengono assegnate sulla base di un referendum annuale che coinvolge oltre duecento giornalisti/esperti musicali. Il Premio Tenco è un premio alla carriera che viene assegnato a giudizio insindacabile dei componenti del Consiglio direttivo del Club Tenco).

Benché sia stato lì tante volte – sommando Targhe e Premio è tra i personaggi più premiati – non ho grandi ricordi delle sue partecipazioni. Un po’ perché, come già detto, mi stava sul piloro per via di quella fotografia, un po’ perché lui non si dava più di tanto.

Ho solo dei flash e, per di più, indiretti.

Foto di Mauro Vigorosijpg

(Franco Battiato     foto di Mauro Vigorosi)

Uno è legato a David Riondino che, ogni tanto, nei dopo teatro al Tenco tirava fuori la sua “Franco a Catania”: una divertentissima – a detta anche dei fan più sfegatati di Battiato – parodia della poetica di F.B.

Circonferenze mitiche

di ballerini libici.

Le donne di Cartagine correvano

...zabadòn … sui chiodi.

 

Trovate anche questa su Internet, arricchita da un altrettanto spassosissimo video il cui bersaglio sono i movimenti di danza del succitato.

Un altro flash mi rimanda al Trio di Bra: un gruppo, formato per l’occasione, da Carlin Petrini (sì proprio lui, il serissimo Carlo Petrini) con due suoi amici, Azio Citi e Giovanni Ravinale. In un siparietto tra un artista e l’altro, si esibirono sul palco del Teatro Ariston massacrando la fisiognomica: cantavano strafalcioni stando rigorosamente sdraiati su un tappeto.

No, no: un ricordo diretto ce l’ho.

1999. Quell’anno c’era anche la Mannoia, cui era stata assegnata la Targa “Miglior album interprete”, per Certe piccole voci.

Nella cena dopo teatro mi trovo seduto di fianco alla Mannoia e, ad un certo punto, compare Battiato che si siede vicino a noi. Cosa ragguardevole, data la riservatezza del tipo. Per altro io temevo che ci smarronasse con le sue circonferenze mitiche e invece, spiazzando tutti, attaccò a raccontare barzellette, una più divertente dell’altra. Chiedete conferma a Guccini: c’era anche lui, seduto di fianco.

E’ lì che ho fatto pace con Franco Battiato.


*ANTONIO SILVA (Ha insegnato storia e filosofia in diversi licei di Milano e provincia per quindici anni. Poi, per altri trenta, è stato Preside di licei classici e scientifici in Milano e provincia. Ha collaborato con diverse testate giornalistiche - La Repubblica, il Sole 24 ore - discutendo i problemi della scuola italiana. Con un nom de plume ha gestito la rubrica "Il Giudizio Universale” sul settimanale di resistenza umana "Cuore". Dal 1976 è lo "storico" presentatore della "Rassegna della canzone d'autore - Premio Tenco", che si svolge ogni anno a Sanremo)

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