Alinari e l'Italia, così un Paese si guardò allo specchio

di VITTORIO RAGONE*

Un cortiletto, un balconcino con i panni stesi ad asciugare che affaccia su una piazzetta di Santa Lucia. Napoli.  La pettinatrice sistema i capelli della signora. Intorno, altre donne guardano: chi valuta l'acconciatura e dice la sua, chi fissa l'obiettivo del fotografo.  E' il 1895.



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Eccola, l'Italia degli Alinari. Un Paese che si guarda allo specchio e vede facce e piazze, sindaci in posa e grandi lavori maniacalmente ritratti, campanili e chiese, botteghe artigiane e opere d'arte, navigli e autobus a cavalli, militari in parata, eventi eroici e frammenti di vita ordinaria: un lungo storytelling nazionale, si direbbe oggi, cominciò nel 1852, anno di fondazione della casa madre della fotografia italiana, e prosegue fino a oggi. Tre fratelli fiorentini avviarono la loro impresa ignari che nel tempo sarebbero divenuti i custodi dell'immagine tricolore, una sorta di internet ante litteram che consentì a molti di viaggiare con gli occhi, e di conoscere, anche luoghi dove non potevano arrivare.

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Foglieviaggi lancia questa storia affascinante nel suo sito. E va online, tessera dopo tessera, "L' Italia, com'era", mosaico del secolo scorso dentro le immagini indimenticabili oggi affidate a una Fondazione della Regione Toscana presieduta da Giorgio Van Straten e diretta da Claudia Baroncini. L'idea di costruire una serie è nata il 15 febbraio del 2021, quando gli Archivi Alinari in conferenza stampa presentarono un bilancio nella transizione da azienda privata a istituzione pubblica che vuol diffondere e condividere l'immenso archivio - oltre 5 milioni di "oggetti" - di cui dispone. A chi ha amato da adolescente gli scatti Alinari, mettere insieme firme giornalistiche di qualità e la suggestione delle immagini è venuto naturale. La Fondazione ha valutato la proposta, e ha concesso le foto con generosità.

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“L’Italia, com’era”  è un format che attraversa dieci città italiane offrendo per ognuna una fotogallery e un racconto d’autore. Il testo guida proporrà di volta in volta un tema, un evento, una riflessione. Il compito di raccontare l'epopea Alinari  è stato affidato a Michele Smargiassi, giornalista di Repubblica ed esperto di fotografia;  il commento sul rapporto fra emozioni e immagine alla scrittrice Federica Iacobelli.  E Giorgio Van Straten ha raccontato a Franco De Felice i nuovi progetti della Fondazione.

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Nella prima puntata Roberto Roscani presenta “Roma sparita”: il cambiamento urbanistico avvenuto all’ inizio del XX secolo, quando intere aree della capitale furono sventrate per celebrare i fasti della monarchia. Settimana dopo settimana abbiamo poi guardato e letto “Napoli, i volti e le vie” con Marcella Ciarnelli, “Genova e il porto” con Roberto Orlando, “Bologna, canali e tram" con Jenner Meletti, “Bari. L' Acquedotto pugliese" con Maddalena Tulanti, “Milano operaia” con Oreste Pivetta, “Torino. Dinastie e popolo” con Andrea Aloi, “Venezia, magia diversa" con Nicola Fano, “Palermo e i mercati” con Enzo D’Antona, “Firenze. Casa madre" con Franco De Felice.

Ogni gallery, costruita in forma video, ha una colonna sonora realizzata ad hoc nonostante le difficoltà dovute alla pandemia. La selezione l'ha curata la musicista Adriana Tessier, le esecuzioni (in alcuni casi composizioni proprie) sono di Riccardo Calogiuri (Roma), Gian-Luca Petrucci e Antonio De Rose (Genova), Enrico Truffi (Napoli e Milano), Veronica Ramonda e Martina Massimino (Torino e Venezia),  Nicolò Renna (Palermo), Benedetta Sette (Bologna), Mena Formato e Rossella De Ioanni (Bari), Silvia D'Augello e Alessandro Marini (Firenze).   

E' stato un viaggio nell'Italia che fu, nel presente di un'Italia impaurita.


*VITTORIO RAGONE (ha fondato www.foglieviaggi.cloud. Nato a Castellammare di Stabia nel 1955, ha lavorato prima all'Unità poi a Repubblica. Ama il trekking e l'opera, lo appassionano le nuove tecnologie e la fantascienza. Tifa Juve Stabia e Napoli, in sequenza)


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