Zelensky al Congresso USA. Grande comunicazione, piccoli risultati.

di ANNA DI LELLIO*

Oggi, parlando al Congresso americano, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dimostrato la differenza tra propaganda e comunicazione politica. La prima, ricca di eufemismi che stravolgono la realtà, può avere una funzione per qualche tempo ma poi si sgonfia fino a restare in vita solo nei libri di studiosi che si occupano, appunto, di propaganda. La seconda è la materia stessa della politica, non ancillare ai programmi o alla policy, ma quella che ne determina il successo o il fallimento. Zelensky è un maestro di comunicazione politica, ma non è detto che abbia avuto il successo sperato. 

Ai legislatori americani, tutti in piedi per salutarlo con un mare di applausi nell’auditorium del Congresso, l’unico luogo del Campidoglio dov’è uno schermo gigante, ha parlato in ucraino ma usando espressioni americane. “Ricordatevi Pearl Harbor!” “Ricordatevi l’11 settembre!” suonano un po’ come “Ricordatevi di Alamo!”.  Ad Alamo, missione fortificata a San Antonio, in Texas, si consumò una grande sconfitta per mano del generale messicano Santa Anna nel 1836, e quella frase fu il grido di battaglia che portò poco più di un mese dopo alla vittoria del generale Samuel Houston su Santa Anna a San Jacinto. Il messaggio è chiaro. Siamo sotto attacco, ma da questo attacco risorgeremo come avete fatto voi dopo Pearl Harbor e l’11 settembre.


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La famosa invocazione di Martin Luther King, “Ho un sogno!” diventa “Ho un bisogno!” Sono assonanze non casuali, che propongono associazioni a un personaggio venerato e portatore di messaggi che stanno dalla parte del giusto. Zelensky qui richiama anche una sua famosa espressione, “Non ho bisogno di un passaggio, ho bisogno di più munizioni”, in risposta all’ offerta di aiuto per mettersi in salvo. Come Davy Crocket ad Alamo, e differentemente dal presidente dell’Afghanistan Ashraf Ghani, tre settimane fa Zelensky è rimasto sul posto. Il suo bisogno è rimasto lo stesso. 


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Gli attacchi agli USA - a  Pearl Harbor, alle torri gemelli, al Pentagono, e potenzialmente la Casa Bianca o il Congresso, se il volo United 93 non fosse stato fatto precipitare dagli stessi passeggeri - sono venuti tutti dal cielo. E così Zelensky: “La Russia ha fatto del nostro cielo una fonte di morte”. “È troppo chiedere una no fly zone così la Russia non riuscirà a terrorizzarci più?” In caso non fosse possibile, “sapete di che tipo di difesa aerea necessitiamo, di che tipo di aviazione… voi li avete ma non sono nei cieli ucraini.” 

Se non ci saranno grandi sorprese, gli aerei che Zelensky vuole non arriveranno proprio nei cieli ucraini. È appena fallito il piano di trasferire in Ucraina i MiG-29 dati dagli USA alla Polonia. Sono quelli che gli servono per contrastare i missili russi. Ma l’amministrazione Biden sta mostrando una grande prudenza nel rispondere all’aggressione russa per evitare un allargamento del conflitto ed è restia a provvedere quel tipo di aiuto. Infatti è il Congresso che spinge per maggiore sostegno all’Ucraina. Il pacchetto di aiuti appena approvati, sia militari che umanitari, di 13. 6 miliardi, è il doppio di quello chiesto dal presidente Biden, che pure ieri ha aggiunto altri 800 milioni.  Il bando alle importazioni di petrolio e gas russo è una proposta del Congresso. Ce la farà Zelensky a convincere il Congresso a fare di più? Forse si sulle sanzioni, di cui ha chiesto un’estensione a tutti i politici russi in carica se non si dissociano dalla guerra, e anche sul ritiro di imprese americane dalla Russia, anche le più piccole, dopo le multinazionali.

Criticando l’ONU, Zelensky ha poi sfondato una porta aperta con gli americani: uno strumento che ovviamente non funziona. Ha proposto una nuova associazione, United for Peace, dal nome della risoluzione che permette all’Assemblea Generale di condannare una guerra aggirando il Consiglio di Sicurezza. Ma Zelensky vuole che questa associazione abbia un potere esecutivo, che cioè possa intervenire nelle prime 24 ore di un’aggressione per fermarla subito, e così risparmiare tante vite umane. L’idea è interessante, ma molto utopica per ora. 




Al termine del suo discorso il presidente ucraino ha mostrato un video certamente costruito per provocare più emozione possibile, ma non basato su immagini false. Sono le immagini che vediamo ogni giorno in televisione, girate dai media di tutto il mondo. Il messaggio finale, in inglese, è sempre lo stesso: “Chiudete i cieli sopra l’Ucraina”. 

Ci sono alcuni senatori repubblicani che sembrano volere una escalation della guerra, come Roger Wicker (Mississippi), o Rick Scott (Florida), che ha detto che non si deve escludere a priori l’invio di truppe di terra. Lindsey Graham (South Carolina), grande amico di Donald Trump, a sua volta amico di Putin, ha perfino incoraggiato l'idea di un assassinio di Putin. Tom Cotton (Arkansas) ha detto che il partito di Trump dovrebbe essere lo stesso di quello di Ronald Reagan, che mantenne sempre un atteggiamento aggressivo nei confronti dell’Unione Sovietica.


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 Ma queste sono posizioni nuove per politici repubblicani che fino al gennaio del 2021 sono stati chiaramente dalla parte di Trump,  anche quando the Donald disse pubblicamente che si fidava di più dei servizi segreti russi che della propria intelligence, la quale aveva prodotto prove dell’ingerenza russa nelle elezioni del 2016: se Putin dice che non è vero, disse Trump, è così.

Uno degli uomini di fiducia di Trump, Paul Manafort, fece pressioni sul partito repubblicano nel 2016 affinchè abbandonasse il sostegno all’Ucraina. Manafort era il lobbista del leader ucraino filorusso cacciato dal paese. Trump e i suoi sostenitori, tra i quali Rudy Giuliani, accusarono l’Ucraina di aver interferito nelle elezioni del 2016 a favore di Hillary Clinton, ma non riuscirono mai a mostrarne le prove. Il primo impeachment di Trump si basò sul suo tentativo di interrompere aiuti militari all’Ucraina se Zelensky non avesse interrogato Biden e suo figlio Hunter sul loro coinvolgimento nella società energetica ucraina Burisma.

Viene da pensare che la bellicosità ritrovata nei confronti della Russia voglia far dimenticare quei trascorsi imbarazzanti alla luce di oggi. Questa settimana l’ex-governatore del North Carolina Pat McCrory, candidato al Senato a novembre, ha fatto uscire un nuovo video che accusa il suo rivale amico di Trump nelle primarie, il deputatoTed Budd, di essere pro-Putin: “Budd ha sempre votato a favore della Russia. Ha votato contro le sanzioni alla Russia. Questi sono tempi seri, e noi abbiamo bisogno di senatori seri.”

Cosa significa questo per Zelensky? Praticamente molto poco per quel che riguarda il suo sogno-bisogno di MiG-29. La retorica al Congresso però è tutta dalla sua parte. Il cappellano del senato Barry Black ha aperto la giornata di lavori con questa preghiera a Dio: “Crediamo che tu salverai il popolo ucraino. Salvali da quelli che sparano dalle ombre.”

 

 

*ANNA DI LELLIO  (Sono Aquilana di nascita, ma mi sento più a casa a New York, Roma, e Pristina. Un po' accademica, un po' burocrate internazionale, e un po' giornalista. Ovviamente ho lavorato per l’Unità. Tra le mie grandi passioni giovanili c’erano lo sci, la lettura, i viaggi, il cinema e la politica. A parte lo sci, sostituito dallo yoga, le mie passioni attuali sono rimaste le stesse)

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