Settima tappa, Notaresco-Termoli - Fra spiagge e declivi, l'Abruzzo del Vino

di ALESSANDRO LUCCI*

 Quando si pensa all’Abruzzo si pensa alle montagne. Quando si legge Giro d’Italia in Abruzzo i ricordi vanno alle salite di quelle montagne.

Non si possono scordare i 3 metri di neve di Campo Imperatore intorno alla bici di Pantani che sbuca da una curva, solo.

Non puoi non ricordare i tornanti del Blockhaus senza stringere i denti come fece Merckx quel giorno del 1967.


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(Chieti)


Anche Girardengo si arrese su quelle cime. Dopo Rocca Pia, che fino a pochi anni prima si chiamava Roccavalleoscura, sullo sterrato della Napoleonica ci mise una croce su! Era il 1921, esattamente cento anni fa.

Ma la settima tappa del Giro d’Italia di questo 2021, pur essendo abruzzese per quasi tutti i suoi chilometri (l’arrivo infatti è previsto a Termoli in territorio molisano) il Gran Sasso e la Maiella li avrà solo come sfondo. Saranno infatti protagoniste spiagge e leggeri declivi collinari lungo tutta la costa della regione verde d’Italia.

Ma attenzione, le tappe del Giro d’Italia nascondono per loro natura sempre molte insidie. Nel caso di questa settima sezione infatti saranno a repentaglio migliaia di tifosi: nulla di cui preoccuparsi, ma pensate se le strade del giro fossero sempre vuote, senza i tanti appassionati che ne colorano i bordi. Questo in Abruzzo, e soprattutto in una tappa che ne attraversa il litorale e la parte collinare, potrebbe essere messo in conto. Potremmo assistere alla scomparsa del tifoso nell’antro della cantina sociale abruzzese.


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(Ortona)


 Mi spiego: i tifosi del ciclismo hanno l’abitudine di raggiungere i luoghi del passaggio della “carovana rosa” sempre alcune ore prima del previsto, e non so se è così anche per altre regioni ma in questa ogni cinque chilometri si possono arrivare a contare anche dieci cantine vitivinicole e almeno altrettanti bugigattoli e ristoranti che servendo all’avventore arrosticini, formaggi, capretto, salami e ventricina forniscono insieme un valido motivo per utilizzare i vini delle succitate aziende.

Già a Notaresco, cittadina di partenza della tappa, si potrebbe iniziare con un Trebbiano D’Abruzzo, per poi scendere verso Pineto passando al vino Pecorino giusto per restare sui bianchi. Da lì fino a Chieti è il Montepulciano a far da padrone. 

A Tollo si capisce che i pericoli che il vino può creare non sono solo quelli relativi all'ebbrezza. Infatti sui tornanti che la strada provinciale percorre per raggiungere il centro del paese c’è uno dei cartelli più poetici e esaltanti che io conosca. Un triangolo di pericolo generico con sotto una scritta di specifica “Curva pericolosa per Mosto”: c’è scritto davvero così! Immagino sempre questa bella cittadina come una cornucopia che gronda mosto da ogni dove. La fortuna è che il Giro viene di maggio…

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(Vasto)

Anche i nomi dei vini e delle cantine che si susseguono su tutto il percorso della tappa non lasciano a bocca asciutta nessuno. Passiamo da Sociale Sannitica per chi mastica un po’ di storia, fino a Progresso Agricolo per i nostalgici della falce. 

I pericoli, come si diceva poc’anzi, però non sono finiti. Ad Ortona il tifoso potrebbe cadere dentro il golgota dell’Enoteca Regionale D’Abruzzo. Per riuscire ad assaggiare tutti i vini presenti si rischia davvero di entrare un'ora prima del passaggio del Giro e uscire fuori per poter vedere direttamente l’arrivo, ma del Giro d’Italia 2022. 

Qualche tifoso potrebbe pensare di salvarsi appostandosi solo negli ultimi chilometri della tappa in territorio molisano o magari proprio all’arrivo a Termoli. Ma attenzione, tempo fa queste due perle del territorio italiano erano sotto un’unica effige chiamata Abruzzi. La sorella minore chiamata Molise, che di minore ha solo l’estensione territoriale, non è da meno in fatto di tentazioni. Scompariranno anche lì i tifosi del Giro! Ingoiati dal Biferno, quello DOC o dalla Tintilia, dall’Amorese, dal Campanino.

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Insomma una tappa tutta dedicata al tifoso del Giro d’Italia che sogna il suo campione in rosa, rosa Cerasuolo. Non chiamatelo rosato. E’ uva Montepulciano D’Abruzzo fermentata senza le bucce in macerazione. Di consistenza leggera, con gusto aspro e a volte leggermente mosso...al palato regala forti essenze di cilieg...  ops, scusate, di che rosa si stava parlando?


*ALESSANDRO LUCCI (classe 1976, del Toro nell'oroscopo europeo e Drago in quello cinese. Artista poliedrico: teatro cucina scultura poesia. Vive tra l'Abruzzo e la Puglia praticamente in perpetua transumanza. Potreste incontrare la sua arte tanto in una galleria moderna che in una sagra di paese)

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