Rinascita africana, l'editoria del Continente moltiplica la voce

di VICHI DE MARCHI*

Occhi puntati sull’Africa, il continente delle grandi contraddizioni che somma in sé profonde povertà e accelerati tassi di sviluppo. Per l’editoria per ragazzi potrebbe diventare questo il nuovo Eldorado. Ma è una scommessa non facile da vincere.

Le ragioni sono molteplici. Da un lato ci sono loro, i bambini e i ragazzi che hanno meno di 24 anni e che rappresentano il 60 per cento della popolazione africana, dall’altra c’è la scuola che resta un miraggio per tantissimi. Il 40% dei minori a scuola, infatti, non ci va ma anche chi vi  ha accesso spesso deve contendersi i materiali per studiare. In alcuni paesi circola, in media, un libro di testo per ogni 30 studenti. Né computer, tablet e Internet possono supplire a queste carenze, soprattutto in Africa sub-Sahariana, la regione delle grandi siccità e povertà, dove l’89 %degli studenti non ha accesso a un pc.

Complessivamente, in Africa, solo il 18 %degli studenti può utilizzare Internet e 56 milioni di loro vivono in zone non coperte dalle reti di telefonia mobile. Pochissime le biblioteche, scarsissima anche la circolazione dei libri per l’infanzia. Eppure, nonostante questi drammatici numeri, o forse proprio per questo, l’editoria young si attrezza e studia percorsi innovativi per una “rinascita africana” raccontata da editori, scrittori, uomini e donne di cultura e dell’associazionismo alla Fiera Internazionale del Libro per Ragazzi, a Bologna, da poco conclusasi.


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“Spotlight on Africa”: questo lo spazio dedicato a loro in un appuntamento come sempre pieno di colori, con 43 case editrici di diversi paesi africani, la cui presenza è stata resa possibile dall’International Publishers Association (IPA) con il sostegno italiano dell’agenzia ICE e della Farnesina.

Non che progetti e cooperazione con biblioteche o scrittori africani siano mancati in passato. Lo racconta, in una pubblicazione di qualche tempo fa dal titolo “ABC Africa books children”, la Cooperativa Giannino Stoppani- Accademia Drosselmeier che ha fatto conoscere in Italia autori di spicco come il franco-togolese William Wilson, la poetessa della Costa d’Avorio Véronique Tadjo o il tanzaniano autore-illustratore John Kilaka.

Oggi, però, il quadro è in profonda trasformazione. Non è l’Africa che parla all’Occidente con i suoi pochi selezionati autori ma sono editori e scrittori del continente che guardano al groviglio complesso di culture, lingue, religioni, usanze che abitano i loro territori. Immaginano libri per ragazzi, in qualsiasi formato essi si presentino, come antidoto alla dispersione e al dissolversi, delle tante lingue che coabitano all’interno delle singole nazioni. Lo fa, ad esempio la casa editrice nigeriana Cassava Republic che sta realizzando la traduzione di 10 libri per bambini nelle lingue dei gruppi etnici degli Igbo, Yoruba e Hausa e spera di allestire una vera e propria stamperia nei diversi idiomi del paese, molti a rischio estinzione. 

Visibili all’estero, con libri in francese o inglese, molti autori africani sono “invisibili” nel loro paese per la barriera linguistica. “È un’opportunità anche per gli scrittori di ritornare alla loro lingua madre. Per molti è un passaggio non semplice perché sono abituati a scrivere in inglese”, racconta Bibi Bakare-Yusif della Cassava Republic. Gli fa eco Will Clurman che dirige eKitabu, in Kenia: “La lingua viene prima della scrittura. Rilanciamo i dizionari con le tante lingue per dare riconoscimento alle diverse realtà locali”.


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Molti anche i progetti che vogliono diffondere lo storytelling al di fuori delle aule scolastiche attraverso la produzione di audiolibri, come è nei piani della keniota Positively Africa o di Akoo Books, editrice in Ghana, paese in cui si parlano 48 diversi idiomi. “L’audiolibro è utile per chi non legge ma anche per chi ha difficoltà a conoscere altre lingue del proprio paese” sostiene Ama Dadson di eKitabu, gruppo che ha messo a punto una app di lettura a cui si ci può abbonare senza dover scaricare pesanti file. “Mi piacerebbe che diventasse una piattaforma come Netflix o Spotify a disposizione di tutto il continente e utile anche per la diaspora”.

Il mondo dell’editoria africana pensa anche a creare spazi di pubblica lettura. In uno dei più grandi campi di rifugiati del continente, a Kakuma, in Kenia, Exposing Hope, ad esempio, ha allestito biblioteche per i piccoli rifugiati che vengono da moltissimi paesi, tra cui Burundi, Repubblica Democratica del Congo, Somalia, Sud Sudan, tutti in fuga da conflitti e persecuzioni. Mentre in Ghana la Learners Girls Foundation sostiene l’istruzione femminile in un dialogo con il libro e la lettura.

Saranno loro – editori scrittori, insegnanti, attivisti – i nuovi protagonisti della rinascita africana? Mandela lo pensava quando sosteneva che “l’istruzione è l’arma più potente che si può usare per cambiare il mondo”.

 

 

VICHI DE MARCHI (E' giornalista e scrittrice per ragazzi. Per molti anni è stata portavoce per l’Italia del World Food Programme delle Nazioni Unite e oggi cura l’Atlante dell’infanzia a rischio di Save the Children Italia)


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