RECENSIONE - L'Italia in declino tra centri e periferie

di FILIPPO VELTRI*

Perché alcune regioni sono più sviluppate di altre? Perché ci sono e persistono differenze nei livelli di reddito e di benessere fra regioni e territori all’interno delle economie nazionali? Sono fenomeni naturali o patologici, eccezionali? Tutte le regioni italiane, e in particolare quelle del Sud, hanno avuto un ventennio molto sfavorevole. Perché non si è riusciti a invertire queste dinamiche? L’Italia è l’unico paese a essersi trovato in questa situazione o lo stesso è avvenuto altrove in Europa? Esistono casi di successo a cui ispirarsi o dobbiamo trovare da soli la strada per invertire la rotta?

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Di questo parla Gianfranco Viesti (professore di Economia applicata presso il Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Bari, si occupa in particolare di economia internazionale, industriale e regionale e delle relative politiche) nel suo ‘’Centri e periferie’’ (Laterza) . Da oltre vent’anni - spiega Viesti - il nostro Paese è in declino. Questo declino, oltretutto, non è uniforme sul territorio nazionale, ma ha caratteristiche diverse al Nord e al Sud e all’interno delle singole aree. Ma è possibile comprendere quanto è avvenuto limitando lo sguardo a noi stessi, o non è piuttosto necessario alzarlo e collocare le vicende nel contesto dei grandi cambiamenti internazionali? L’originalità di questo libro sta proprio in un’analisi comparata delle dinamiche economiche delle regioni europee.

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("Centri e periferie" di Gianfranco Viesti     Laterza editore    pagg. 496   euro 26,60)


Quali sono state allora, nei diversi contesti, le conseguenze dell’allargamento dell’Unione? Della de-industrializzazione e della terziarizzazione, con l’accresciuto ruolo delle città? Degli approcci più liberisti alle politiche economiche? Degli enormi mutamenti demografici e dell’accresciuto ruolo delle migrazioni? Dall'analisi di Viesti emerge il ruolo delle politiche pubbliche in Italia nel XXI secolo (con alcune comparazioni internazionali): dell’intervento pubblico nel suo insieme, delle conseguenze dell’austerità, del decentramento alle regioni. In questo quadro, vedremo la grande rilevanza che assumono le politiche per l’istruzione (scuola e università), quelle per i trasporti e in generale gli interventi specifici per il Mezzogiorno.

Come mostrano i casi della sanità e dei servizi comunali, la tendenza politica è quella di garantire ai cittadini delle regioni più deboli un minor livello di servizi pubblici. Nelle conclusioni del libro si riassumono modalità e cause dell’indebolimento delle autonomie locali e in particolare di quelle del Sud e si sostiene che è proprio da queste analisi che occorre partire per ripensare l’Italia, rendendola più competitiva e più inclusiva. 

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