Pittori nomadi, l'arte nel Parco a Bisegna d'Abruzzo

di BIANCA DI GIOVANNI*

Nomadi per passione (e per soldi), artisti per diletto e per professione, zingari dell’acquerello e dei colori. Sono i pittori estemporanei che, soprattutto d’estate, attraversano la penisola a caccia di premi e di mostre dove mettere in vendita le loro opere. Vivono una vita itinerante e creativa, con pranzi collettivi, pizzette, spaghettate, panini da addentare sotto un albero o lungo un ruscello, all’inseguimento di un paesaggio, una visione, un’idea. E un premio.


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(All'opera in paese)


A inizio agosto si sono presentati alla spicciolata a Bisegna, un paesino di 70 abitanti (senza contare gli orsi che spesso vi soggiornano) a 1.200 metri di quota vicino a Pescasseroli, la “capitale” del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Chi voleva vedere il fiume Giovenco, per dipingere acqua, chi le cime del Gran Sasso, chi il bosco, chi il paese incastonato nel verde. Gli abitanti del luogo hanno fatto da guida a questa ciurma di “pirati dell’arte”, attirati da una rassegna di sicuro interesse. L’iniziativa “In Bosc’Arte” ha messo in palio tre premi (800, 500 e 300 euro) a chi avesse dipinto in poche ore (iscrizione alle ore 9, consegna alle 16) prevalentemente la natura selvaggia del luogo (80% della tela) e il paesaggio montano. La richiesta era la valorizzazione del patrimonio ambientale del luogo, con la sua biodiversità e la presenza di molta fauna selvaggia.

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(Il primo premio a Concetta Daidone)


Gli artisti sono arrivati da tutta l’area centro-meridionale: Campania, costa abruzzese, Roma, Umbria. Molti di loro hanno pensato bene di portarsi dietro anche opere già realizzate, per esporle lungo i vicoletti o sotto gli alberi durante la performance. In pochi minuti il centro del paesino è diventato un grande atelier a cielo aperto. Tele distese a terra, “innaffiate” di schizzi di colore, che piano piano si trasformavano in boschi, fronde, alberi “decomposti” in visioni astratte. Con una velocità sbalorditiva gli artisti hanno inquadrato uno scorcio, colto una luce o un riflesso, trasformato il paese in una trama di colori. Per gli anziani del paese è stata una festa irripetibile: chi portava acqua per i pennelli, chi riforniva gli artisti di panini, prosciutti, formaggi.


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(Il secondo premio a Zuinina Katsaryna)


Alle 16 una ventina di quadri freschi di pittura erano pronti e incorniciati: le opere sono ancora in mostra fino al primo settembre presso il Centro Servizi parco del Paese. Per la giuria, composta da pittori e da esponenti del Parco, non è stato affatto facile selezionare i vincitori, tra quella congerie di natura immaginifica. A dirla tutta avrebbero voluto darne 6 di premi, con tre pari merito. Ma le risorse non potevano moltiplicarsi. Così si è arrivati alla terna finale. Il primo premio, realizzato da un’artista di Pineto (provincia di Teramo), Concetta Daidone, rappresenta l’acero centenario che cresce al centro del paese, e un angolo di casupole. Il secondo, di un’artista slava (Zuinina Katsaryna) propone la foce del fiume Giovenco, con il sole che si riflette nell’acqua cristallina. Il terzo, dell’avellinese Giuseppe Pelosi, mostra un paesaggio campestre con delle enormi lumache in primo piano.


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(Il terzo premio a Giuseppe Pelosi)


Ma le immagini che restano da poche ore di arte estemporanea sono molte di più: paesaggi lunari, vallate dorate, cuccioli di orso, riflessi violacei delle montagne. Un ambiente moltiplicato e rigenerato nella maestria degli artisti. Davvero un inno alle mille visioni della natura.

 

*BIANCA DI GIOVANNI (Ha frequentato per 30 anni i Palazzi del potere economico per seguire i numeri della finanza pubblica per l’Unita’. Oggi si dedica alla natura estrema e incontaminata e alla lotta al riscaldamento climatico seguendo un progetto di sviluppo sostenibile su arte e natura nell’Abruzzo interno, Regione in cui è nata)

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