La recensione - Sardegna da ritrovare, dalle miniere alle pievi di campagna

di CARLA CHELO*

Sardegna sotto la lente d’ingrandimento. Sardegna da riscoprire con lentezza e gratitudine. Se le spiagge della costa Smeralda sono conosciutissime, c’è un’altra isola, meravigliosa e assai meno battuta, che una guida da poco edita dalla Newton Compton, Passeggiate ed escursioni in Sardegna, di Gianmichele Lisai e Velia Puddu, propone ai turisti più accorti e a chi ha il privilegio di vivere in un ambiente tra i più rari e incontaminati. Migliaia di chilometri da percorrere a piedi come i pellegrini di una volta, in bicicletta, oppure raggiungendo con dei mezzi i luoghi prescelti e dedicando alle escursioni il tempo che vogliamo. Più di 300 pagine così fitte di proposte, suggestioni, descrizioni e curiosità da restituire un’immagine quasi a realtà aumentata. 

E’ un progetto nato in questi mesi difficili, nella speranza che i limiti imposti dal momento ci aiutino a scoprire un atteggiamento più rispettoso nel nostro modo di viaggiare: "Una sorta di gioco di scatole cinesi" si legge nell’introduzione  "diviso in quattro percorsi, che a loro volta comprendono numerose tappe, che a loro volta includono ulteriori passeggiate, cammini o escursioni, fino a restituire un quadro completo di quanto possa offrire la Sardegna: questa nostra isola-continente da sempre predisposta a un turismo lento, attivo ed ecosostenibile”.

Il cinghiale sardo in unillustrazione tratta da F Floris La grande enciclopedia della Sardegna Newton Compton editori Roma 2002JPG

(Illustrazione tratta da F. Floris  La grande enciclopedia della Sardegna, Newton Compton editori)

Uno dei due autori, Gianmichele Lisai, ha già dedicato tanti libri alla Sardegna: ha scritto di nuraghe, di vini, di esoterismo e delitti in Sardegna, di angoli nascosti e delle 101 cose da fare almeno una volta nella vita. Velia Puddu invece, dopo aver fatto il cammino di Santiago, ha percorso le vie del Perù e al suo ritorno si è convinta che c’è un modo di godersi la Sardegna più in sintonia con i ritmi lenti dell’isola. E si sta dando da fare per sviluppare questo tipo di turismo.

Quattro i percorsi proposti. Il primo ricalca quello spagnolo di Santiago, San Giacomo in italiano, Santu Iacu in sardo. Un progetto che da ormai oltre dieci anni viene consolidandosi con sempre maggiori segnalazioni lungo un tragitto di oltre 1.600 chilometri divisi in vari itinerari: l’asse centrale, il Cammino del Nord, l’asse orizzontale, il Sulcis e le isole. C’è poi la rete dei percorsi che attraversano le zone minerarie: interi paesi con tutte le loro tragiche e gloriose storie di un mondo ormai finito lasciandosi dietro uno straordinario lascito di archeologia industriale, riconosciuto dall’Unesco; aree spesso incastonate in paesaggi indimenticabili. Tredici itinerari dedicati a Santa Barbara. 

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autori   Gianmichele Lisai e Velia Puddu  pagine 320   prezzo   12 euro ed Newton Compton

Il terzo filone riguarda le grandi traversate d’oriente, escursioni riservate a volte a chi non soffre di vertigini e non ha paura di arrampicarsi su strapiombi sulle acque azzurre; in pratica, come ebbe a titolare un giornale statunitense, è un giro sulle coste orientali della Sardegna "viste dagli occhi di una capra". Infine c'è il giro delle coste seguendo 105 torri di avvistamento. E' un cammino lungo 1284 chilometri, 450 dei quali sono su spiaggia. Otto grandi vie che si possono compiere in 70 tappe, suddivise a seconda della difficoltà in verdi, gialle e rosse. Sentieri che si snodano tra archeologia, natura potente, storia e spiritualità di un’isola dove ciò che è stato e non è più, come le centinaia di villaggi abbandonati, continua a riflettersi nelle tradizioni e nelle pievi isolate di campagna.


*CARLA CHELO (Nata a Roma, ha lavorato per il quotidiano l'Unità, il settimanale Diario della settimana e i tg di Studio Aperto e di Tgcom24 a Mediaset. Ora viaggia e scrive solo per piacere)

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