LA RECENSIONE - "Io altrove", la solitudine in compagnia

di CARLA CHELO*

Non è che manchino i viaggi, al contrario si parla molto dell’India, dell’Africa, di America centrale, dell’Europa, e persino delle incredibili scoperte che si possono fare vicino casa, ma questo libro di Andrea Bocconi (Io, altrove - Quando il viaggio diventa scrittura di sé,  Ediciclo editore) è soprattutto un incentivo, qualunque sia la nostra meta, a compiere - insieme allo spostamento geografico - un vero e proprio viaggio interiore. O meglio un ibrido: un diario di città e cose viste e un’autobiografia.

Andrea Bocconi, psicoterapeuta, scrittore (il libro più noto è Viaggiare e non partire) e schermidore, ha messo insieme buona parte delle sue passioni per comporre non un semplice testo da leggere prima di addormentarsi ma una specie di libro game: un volume che interagisce con chi lo legge e alla fine di ogni capitolo propone una sfida. Ad esempio, se ogni viaggio ha un inizio, partire dalla propria casa è una buona fonte per cominciare il racconto di un itinerario geografico e, insieme, quello in nostra compagnia. Che cosa è,  che sentiamo come casa? Certo: il posto dove solitamente abitiamo, può essere la risposta facile; se perdiamo un altro po’ di tempo a cercare quale luogo ci fa stare e sentire davvero bene, però,  forse scopriremo che esistono anche altre risposte. Andrea Bocconi cita Lorne Blair, un esploratore e documentarista inglese noto soprattutto per la serie televisiva Ring of fire, an Indonesian Odyssey. Alla domanda “Dove è casa per te?”, ci pensa un po’ e  risponde: “Quando stavo a Londra dicevo: dove sono i negativi e le pellicole, lì è casa. Oggi è Bali”, anche se aveva vissuto solo 9 giorni nella bella casa che si era costruito.

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(foto da pixabay)

Prima di sfidare i lettori a fare altrettanto, Andrea Bocconi ci racconta che cosa ricorda lui della sua prima casa, a Lucca, delle corse in bicicletta lungo i corridoi, della messa alla domenica, le passeggiate alle mura, dei fratelli e dei cugini, delle gite in automobile, del primo motorino. Ricordi sereni che aprono la strada alle emozioni più che alle avventure. Ci parla della casa di Salvatore Quasimodo a Modica, oggi museo, dove il poeta visse solo i primi mesi di vita. E queste piccole incursioni nelle vite altrui sono l’esca per sollecitare la memoria dei lettori.

Bocconi prova a fare in un libro quello che di solito succede quando ci si incontra in gruppo: all’inizio sembra non ci sia nulla da dire su un argomento e poi il racconto di uno, come una torcia nel buio, aiuta a scovare  altre storie, fino a che si fa fatica a concludere e tornarsene a casa. E forse è questo il punto di forza del libro: Bocconi mette a disposizione la sua grande esperienza di viaggiatore e di intenditore di cose umane e ci invita a imitarlo, a dare compagnia alle sue storie.

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(foto da pixabay)

Si dice che ci sono libri in grado ci cambiare chi li legge, ma succede anche il contrario: ci sono lettori che trasformano i libri letti e Bocconi sembra che stia cercando proprio quelli. Scrive nell’introduzione: ”Vacanza viene da vacuum, vuoto, e questo vuoto non può essere riempito con le abitudini, perché tutto è diverso. Per chi ci incontra siamo estranei, un corpo che si muove in uno spazio che non gli appartiene, senza storia, da incasellare in qualche pregiudizio, in qualche aspettativa, in qualche generalizzazione… queste coordinate spaziotemporali che cambiano ci rendono attenti, più vivi, magari anche inquieti”.

La storia che mi ha più colpito, tra le tante, è quella che riguarda l’isola di Tristan da Cunha, proprietà britannica. Se non l’avete mai sentita nominare siete in buona compagnia.  Dista 2810 chilometri da Città del Capo, e passa per essere l’isola più remota al mondo. Nel 1812 vi naufragò un brigantino della marina mercantile camogliese. Due dell’equipaggio, Repetto e Lavarello, decisero di rimanere lì perché si erano innamorati ed ebbero dei figli. Ora a Camogli c’è un progetto di andare sull’isola Tristan da Cunha a portare agli eredi dei due marinai camogliesi una lettera dai parenti rimasti in Liguria.

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titolo   Io, Altrove    di Andrea Bocconi      pagg 144    euro 13,78    ed.    Ediciclo

Di capitolo in capitolo Bocconi scandaglia ogni pezzo del viaggio, dall’abbigliamento agli amori, dai mezzi di locomozione al luogo magico, ai ritorni, ai rimpianti, alla nostalgia, arricchendolo di esperienze personali e di testimonianze di amici, parenti, e viaggiatori illustri. Dal filosofo amante della natura David Henry Thoreau a Tiziano Terzani, da Gesualdo Bufalino a Marguerite Yourcenar. E c’è posto anche per la comicità di Achille Campanile: “Viaggiatore se vuoi essere felice pensa alle camicie, pensa alle camicie e affrontando le inospitali lande pensa alle mutande, pensa alle mutande. Né obliare di avere con te …Ah, anche il thermos con il caffè”.

Ma sì, viaggiate dove vi pare e come vi pare, ma non dimenticate di scriverne.


*CARLA CHELO (Nata a Roma, ha lavorato per il quotidiano l'Unità, il settimanale Diario della settimana e i tg di Studio Aperto e di Tgcom24 a Mediaset. Ora viaggia e scrive solo per piacere)

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