LA MOSTRA / Cezanne, Gauguin, Van Gogh e Picasso dalla Russia dei Morozov al vascello di Vuitton

di GIULIA GIGANTE*

 

L’idea è quella di un vascello con le vele spiegate sempre pronto a solcare nuovi mari e l’immagine rende bene la natura di questo luogo che si proietta verso un’altra dimensione pur restando concretamente legato alla terra con la sua struttura in vetro, legno e metallo. È la fondazione Louis Vuitton progettata da Frank Gehry, uno dei più interessanti architetti contemporanei, e costruita in mezzo al verde del Bois de Boulogne a Parigi con l’intento di offrire alla capitale francese un nuovo tempio dedicato alla creazione artistica. La struttura avveniristica, inaugurata nel 2014, merita già di per sé una visita per la sua originalità architettonica, enfatizzata dal fatto che sembra sorgere dall’acqua – confine e specchio al tempo stesso - che la circonda su due lati. Commissionato da Bernard Arnault, che è a capo della multinazionale dell’alta moda, l’edificio ha preso forma dal sogno di Gehry di creare “un grandioso vascello che simboleggiasse la vocazione culturale francese”.


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(Il "vascello" di Gehry al Bois de Boulogne)


Ben lungi dall’essere un magnifico contenitore privo di contenuti di valore (come purtroppo talvolta accade a edifici museali di questo tipo), la fondazione inanella una dietro l’altra esposizioni di grande interesse.

Attualmente ospita una mostra dedicata alla collezione Morozov con oltre 200 opere d’arte, russe e francesi, tra le più significative del secolo scorso. Nelle sale del museo si succedono (per non citarne che alcuni) quadri di Cézanne e Matisse, Gauguin e Van Gogh, Renoir e Monet, Picasso e Denis insieme a capolavori a volte meno noti in Italia di artisti russi come Vrubel’ e Repin, Larionov e Gončarova, Serov e Malevič provenienti da grandi musei russi come l’Ermitage di San Pietroburgo e il museo Puškin e la galleria Tret’jakov di Mosca.


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(Yvette Guilbert canta "Linger Longer Loo"   - Henri De  Toulouse-Lautrec 1864-1901)



Ad accomunare queste opere e i loro autori è la passione per l’arte di due fratelli, Ivan e Michail Morozov, che li porta, sin da giovani, a collezionare quadri e sculture, spesso di artisti allora non ancora famosi, ma dei quali intuiscono grandezza e genialità. È così che Michail acquista opere di Gauguin e Van Gogh quando ancora non erano in voga e Ivan scopre prima di tanti altri la pittura di Cézanne (di cui acquista ben 18 lavori e che è il pittore più rappresentato della collezione) e se ne innamora.


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(Paesaggio marino a Saintes-Maries-De-La-Mer  - Vincent Van Gogh      1888) 


La sensibilità artistica dei due fratelli li porta a capire il valore delle opere prima che arrivi il riconoscimento ufficiale. Ad attirarli è il messaggio che in esse si cela, la rivelazione che portano in sé e la ricerca della luce e della trascendenza. A volte sono loro stessi a commissionare i quadri. Ivan Morozov ordinò per la sua casa moscovita sulla via Prečistenka ben 13 dipinti di Pierre Bonnard (tra cui un trittico dedicato al Mediterraneo e due quadri sulle stagioni) e un ciclo di Maurice Denis sulla storia di Psiche destinati al suo salotto musicale. Successivamente riuscì ad assicurarsi anche un trittico sul Marocco che Matisse creò per lui dopo essere stato suo ospite a Mosca.

I due fratelli sono i primi a far entrare in Russia opere di pittori come Gauguin, Van Gogh e Picasso. I Cézanne acquistati da Ivan, insieme a quelli già portati nel paese dall’altro grande collezionista Sergej Ščukin, alla cui splendida collezione la fondazione Louis Vitton ha dedicato una grande esposizione (2016 – 2017), ispirano addirittura un movimento di seguaci russi di Cézanne di rilievo.


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(Arlecchino e la compagna    - Pablo Picasso    1901)


Il bastimento di Gehry ospita, grazie a questa esposizione, alcuni capolavori assoluti come “La notte bianca” di Edward Munch, “Il ponte di Waterloo” di Claude Monet, “La ronda dei prigionieri” di Vincent van Gogh, “I due saltimbanchi” di Picasso, un intero ciclo del periodo tahitiano di Paul Gauguin e sculture di Auguste Rodin e Camille Claudel a cui si aggiungono, oltre alle opere degli artisti citati nell’articolo e di altri ancora, alcune opere di pittori un po’ meno noti, che i visitatori potranno scoprire. La mostra è stata prorogata; c’è tempo fino al 22 aprile. Parigi vi aspetta!

 

*GIULIA GIGANTE (nata a Napoli, vive attualmente a Bruxelles, ama andare alla ricerca di nuovi mari, venti e conchiglie, di altri modi di vivere e di pensare, di tracce di passati remoti e recenti. Conosce dieci lingue, ma a tutte preferisce il russo ed è convinta, con Dostoevskij, che “la bellezza salverà il mondo”)

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