Guida turistica al Purgatorio / terza parte Prologo

di PAOLO BIROLINI* 

Come sarebbe raccontare le cose per come sono andate? Come sarebbe dire di bar e persiane abbassate a metà, di ferite da arma da taglio e di tagli? Perché era impossibile non infliggere, non cadere, non passare oltre.

E quando poi l'avete vista quella divinità vicina e inesplorabile perché violarla? Se l'avevate capito e se risultava impossibile sostenerla, che era insostenibile quella parsimonia di voci e creature, quell'eterno agire, quel non nascere, come l'avete pensato quel demonio?

Perché adesso sopisce e vi possiede, vi dimentica ed ama altri frutti, altre parole. Non ha che voi da dannare e lo fa, impietosa e morale. Quella pensata del mondo, quel piccolo universo deducibile, quell'arte inammissibile del segno. 

***

Ci sono dei posti in cui è tutto buio. Pure se aprite bene gli occhi è buio. Passa un po’ di luce da certi volti che non dovrebbero essere lì, che vi fanno immaginare una candela, un fiammifero, una cosa che accendete ma che non c’entra col posto. Una luce casuale, una faccia casuale. Così pensate che ci possono essere volti illuminati dove ci sono tenebre e rombi e massi che rotolano e stridor di denti. Pensate ci sia una salvezza anche in questa notte nubile, in questo buio sterile.

Poi ci sono posti occasionali, consueti e incomprensibili, le torri di Dedalus o i macellai di Leopold Bloom. E non ci fate caso.

Voi dovete visitare, adesso, un luogo luminoso che cela un destino buio. Un bar piccolo e assolato che trovate se non vi fate distrarre da pensieri molesti o da desideri di ritorno. (Tornerete, resistete, tornerete).


* PAOLO BIROLINI (Napoli, 1959; in lui convivono un fratello furbo e un fratello scemo. Quello scemo fa il Dirigente d'azienda e mantiene quello furbo, che prova a fare il poeta) 

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