Guida turistica al Purgatorio /5 Un tremore, forse ....

di PAOLO BIROLINI *

Il lato sinistro, per come lo vedete, non ha mai avuto un limite. Quello destro si. Finite le palazzine, per quello che ricordo, c'erano solo un fotografo di matrimoni e tessere, un venditore di cibo per cardilli e cavie, un distributore. Si, certo, l'edicola, la cartiera, le pompe funebri, la camorra degli orti. Ogni cosa degna di ricordo ma senza viventi. E ogni ricordo sarà pure una storia ma a destra non c'è niente, al di là delle facciate solo acquitrini privi di senso, pascoli che si prolungano fino al rione delle amiche geniali, al Pascone, alla città, quasi. Un infinito susseguirsi di nulla, ricordi di rottamatori, centri direzionali, luoghi di vaccinazioni. Il lato destro ha il limite del passato.

Il Purgatorio e la sua anima, e le sue anime, è tutto a sinistra. Dopo il cinema non c'è confine. Ogni metro ha la dignità del reprobo. Ogni muro scrostato e ricostruito sa di quel grattacielo in polvere, di quel pensiero di distruzione. Così comincio a camminare, come un Walser polveroso e voi camminate con me.

Qui le fanciulle sono bellissime, sono sempre state bellissime. Hanno una fioritura, un percorso breve, un destino. Ogni parola che esce da quei rossetti sfacciati è una bestemmia del tempo, un desiderio inconcludente e inconcluso. E' un attimo perderle. Qui bisogna stare concentrati. Le vedete che ruotano e mostrano seni invadenti e parlate non più comprensibili e le desiderate in ogni sogno e in ogni vostro sogno torneranno, quando sarete tornati: rose sboccate, dolori e fughe mattutine, padri marrani.

Qui le fanciulle sono ovunque. E si salutano e ridono e guardano. Ma non bisogna distrarsi che c'è un palazzo che dovete vedere e segnare. Un enorme palazzo di tufo ingrigito. (Ho fatto un salto in realtà. Poco prima c'è un palazzo che una volta grigio ora è diventato un hotel sorprendente. Pare appartenga agli eredi della ceramica, pare del mio primo sassofonista tossico, che magari si è salvato ma non ha salvato la assoluta incongruenza del luogo nel luogo.)

Comunque c'è questo palazzo tufaceo e resistente. Osservatelo bene perché dopo niente è più lo stesso. Una cornice enorme attorno ad una farmacia, che brilla in mezzo a questo nulla di palazzo disabitato da sempre. Dentro ci trovavi una bellissima farmacista da film con una fila infinita di corteggiatori da film e, la sera, una fila infinita di tossici, dal fotografo al mio sassofonista al mio amico Corradino che una sera mi riconobbe da lontano per come ero vestito e allora non mi sparò, che ero l'unico a vestire così al Purgatorio. E pure questa ve la vorrò raccontare.

Ma ora restate al palazzo scenografico, al tufo esposto, all'insegna lampeggiante, che dopo non è rimasto in piedi nulla. Questa Pompei anni '80, rifugio di ogni anima perduta, è l'ennesimo confine, un inno alla collina che sta prima dei ponti. Dopo sono rimasti solo i nomi, i manifesti del lutto, il verosimile come rifugio.

Dovrebbe esserci una fontana adesso. Una fabbrica enorme, un cinema-teatro, l'inizio di una serie di fiumare che diramano verso l'alto, a sinistra. E tre sezioni di partito e una spianata di giocattoli, un negozio di vestiti dei miei parenti israeliti, uno di giochi che si espande sul marciapiede. Di fronte, il distributore. Che fu il mio primo rifugio a tre anni.

Che fu la prima volta che mio padre mi prese in braccio e mi difese dalle offese del tempo e della terra. Credo fosse il '62. Tremò tutto, erano prove generali. Volevamo un posto largo. Così la grande strada, e le aiuole del distributore, furono casa nostra. Così mi innamorai di lui, del suo abbraccio, e della strada. Così posso cominciare il racconto.

(5 - continua)


1) Il prologo

2) Strada o fiume?

3) Praticamente il West  

4)Una casa di certo

 

* PAOLO BIROLINI (Napoli, 1959; in lui convivono un fratello furbo e un fratello scemo. Quello scemo fa il Dirigente d'azienda e mantiene quello furbo, che prova a fare il poeta)



clicca qui per mettere un like sulla nostra pagina Facebook
clicca qui per rilanciare i nostri racconti su Twitter
clicca qui per consultarci su Linkedin
clicca qui per guardarci su Instagram