Dalle fat bike al freeride, per gli sciatori in Abruzzo è tempo di "polvere di mare"

di GABRIELLA DI LELLIO*

La montagna del terzo millennio è un’opportunità per tutti. Fat bike, le bici con ruote grosse da neve, ciaspole, sleddog, snowkite per sciare trainati dal vento, freeride, fino all’eliski per chi se lo può permettere. Una montagna che guarda al futuro cercando di attrarre gli appassionati di sport e di adrenalina con nuove opportunità. Sempre più persone sono attratte al di fuori delle piste battute, da quella polvere di neve fresca che si trova nei pendii intatti per divertimento, avventura e adrenalina.

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(Ciaspolata a Pescasseroli)

Questo già avviene nei comprensori alpini. Ma anche l'Abruzzo è in corsa, con 700 chilometri di piste, ventuno località turistiche e nove ski-area dove si praticano undici sport invernali. Il paradiso della neve c’è, e pure abbondante. Negli ultimi anni, purtroppo, il periodo natalizio è stato caratterizzato dall’alta pressione, spesso in assenza di neve a causa del cambiamento climatico. Ma nonostante tutto la neve arriva nella seconda metà del mese di gennaio. Le stazioni sciistiche che ne sono dotate hanno risolto il problema con gli impianti di innevamento artificiale quando le temperature lo hanno permesso, e in questi giorni sono previste abbondanti nevicate.


Il sito della Math academy di Pescocostanzo 



“Quando si forma una particolare configurazione meteorologica come quella prevista, arriva una neve speciale. Alcuni la chiamano 'polvere di mare'. Forse si potrebbe trovare un nome più accattivante, AbruzzoPow ad esempio come hanno fatto i giapponesi con Japow. E se qualche guida turistica dedicata all'Abruzzo invece di citare sempre i soliti arrosticini e qualche festa popolare ne iniziasse a parlare?” Così suggerisce Fausto Tatone, un maestro di sci aquilano che, dopo un trascorso da consulente finanziario, ha deciso di cambiare vita dedicandosi solo alla montagna, studiando con passione il settore turistico delle zone interne dell’Abruzzo in estate e in inverno. A Pescocostanzo (AQ) ha fondato la Math Academy che ha diretto per quattro anni. Per sei anni ha diretto la scuola di sci di Campofelice ma da cinque dirige la stazione di Pescocostanzo.


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(Fat bike a Prati di Tivo)

La neve ha sempre avuto un rapporto speciale con le montagne abruzzesi grazie alle precipitazioni così persistenti da accumularne metri. Questo avviene grazie al passaggio di aria gelida, secca e veloce proveniente da nord-est che sull’acqua del mare Adriatico crea un fenomeno noto tra i metereologi come Adriatic Snow Effect, simile a quello che si crea ad Hokkaido, l’isola a nord del Giappone. Quando i venti incontrano le catene montuose della Majella, del Gran Sasso e della Laga, perdono potenza creando l’effetto “Stau” (dal tedesco “coda-ristagno”) con ulteriore raffreddamento della precipitazione. Questa particolare situazione si verifica lungo la catena alpina e appenninica producendo una neve speciale. E’ detta appunto “polvere di mare” perchè in Abruzzo le montagne sono vicino al mare ed è il mare stesso a condizionarne la qualità: umida e pesante se la perturbazione viene dal mar Tirreno, meravigliosamente secca se la perturbazione viene dal mar Adriatico.


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(Free ride a Pescocostanzo)


Gianfranco Rotili e Giulio Verdecchia, autori del libro “Freeride a Roccaraso”, spiegano l’importanza della conoscenza delle condizioni meteorologiche per poter muoversi in condizioni di sicurezza in montagna.

“Se si conosce la direzione del vento, sarà possibile sapere se sugli Appennini abruzzesi cadrà la neve. In particolare nevicherà molto con il vento da nord-est e la Tramontana. Le perturbazioni che arrivano dalla Russia sbattendo sulle Alpi orientali scaricano grandi quantità di neve in Austria. Curiosamente poi le nuvole ancora cariche di neve, sorvolano le Dolomiti (lasciandole all’asciutto in attesa dei venti del sud) ed atterrano più giù sull’Appennino Abruzzese dove il Gran Sasso con i suoi quasi 3000 metri costituisce un’altra importante barriera per le nuvole. Qui scaricheranno il resto della neve, talvolta proseguono la loro corsa fino in Calabria. L’Appennino Abruzzese e Laziale, che si trovano tra il mar Adriatico e il mar Tirreno, dopo le nevicate sono colpiti dal vento che arriverà dal mar Tirreno e sarà proprio questo vento e il Maestrale che tenderanno a rovinare la bella e fredda powder depositata dai venti del nord. Quindi la regola è: andate a sciare mentre nevica senza aspettare che esca il sole perché con il sole arriva il vento o forse il vento porta il sole.”


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(Snowkite a Roccaraso)


Fra le attività in crescita anche in Abruzzo c'è il Freeride, “sciare liberi”, una tendenza che proviene dall’America e poi da Francia e Svizzera. Viene accolta da centinaia di snowboarder e sciatori che non si sentono più appagati dallo sci in pista e si avventurano nel fuoripista. Per molti anni lo scialpinismo e lo sci da fondo hanno accolto molti esuli che rinunciavano al piacere della discesa "alpina". Roccaraso ed il Gran Sasso accolgono da qualche anno centinaia di appassionati di freeride, uno sport tenuto un po' nell’ombra che nasce dalla domanda di un diverso approccio alla montagna. Per questo il problema della sicurezza rimane al primo posto. Bisogna conoscere i rischi per evitarli: slavine, presunzione, errori di valutazione, perdita di orientamento o cadute nei crepacci. Ma affinché il divertimento non si tramuti in una brutta sorpresa, si deve tener conto di concetti importanti, l’esperienza e il rispetto della natura e dei pericoli.


*GABRIELLA DI LELLIO (Sono aquilana e sorella minore di nascita. Mi sento ottimamente a Roma e meno a L' Aquila dal terremoto del 2009. Ho insegnato lingua e letteratura inglese nel Liceo Scientifico della mia città. Sono maestra di sci perché amante della montagna e della neve. Mi piace la fotografia analogica in bianco e nero, che ho ripreso a fare dopo trent'anni e a cui intendo dedicare il mio tempo. Sono cresciuta nella FGCI e nel PCI fino alla “deriva occhettiana")

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