Carmine Maturo, Coordinamento scale di Napoli: "No alla città autocentrica, sono le gambe la mobilità più sostenibile"

di TINA PANE*

 Le scale di Napoli sono il classico caso di un patrimonio che diventa un problema, un po’ come succede quando una famiglia, magari nobile, possiede un bene immobiliare di indubbio valore storico-artistico ma non i mezzi per manutenerlo. Nel nostro caso la famiglia è la città di Napoli e il bene, urbano in questo caso, ma con tutti gli attributi storici, artistici e anche ambientalistici, sono le sue scale.


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Le Scale di Napoli, come scrive la storica dell’arte Gabriella Guida e come concordano gli esperti di settore, sono “un vero e proprio capolavoro urbanistico, composto da oltre 200 percorsi tra 135 scale e 69 gradonate”. Però questo capolavoro, anche solo dal punto di vista meramente funzionale della viabilità alternativa e sostenibile, non è abbastanza conosciuto, curato, utilizzato.


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(Salti di quota, via San Liborio)

Eppure la potenzialità delle Scale è stata dimostrata con iniziative di sensibilizzazione già dal lontano 1978, anno in cui, con il patrocinio dell'Amministrazione Comunale, in sette mattinate domenicali ebbe luogo la manifestazione Napoli a Piedi con il contributo del quotidiano Paese Sera. Seguirono nel 1994 una serie di iniziative sulle scale del Vomero promosse dal WWF e l’anno dopo nacque il Comitato Recupero Scale di Napoli, che partecipò con varie iniziative al Maggio dei Monumenti e al Natale a Napoli.

Tutto questo lavoro culminò nella nascita nel 2011 del Coordinamento Scale di Napoli, composto da associazioni ambientaliste e del territorio. In questi anni il coordinamento ha elaborato un Manifesto per il recupero delle scale di Napoli, avviato progetti e proposte operative per la rigenerazione delle scale, organizzato convegni e momenti di riflessione pubblica, coinvolto le istituzioni, attratto mass media, testimonial e turisti. Al punto che oggi alcune scale come quella della Pedamentina sono itinerari consigliati da Trip Advisor, Touring Club e guide internazionali.


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(Salita Moiariello)

Per sapere a che punto è il recupero delle scale e se questa è una priorità della nuova amministrazione abbiamo incontrato Carmine Maturo, promotore del Coordinamento e sua anima storica.

- Maturo, cosa si aspetta dalla Giunta che si è appena insediata a Palazzo San Giacomo?

- Ho incontrato il Sindaco Manfredi in campagna elettorale proprio sulle scale del Petraio e ha mostrato interesse per il progetto e per la storia delle scale. Ma tutto dipenderà dalla visione della città che avrà la nuova amministrazione: se sarà autocentrica o uomocentrica, ovvero se vorrà continuare a mettere al centro le auto o privilegerà la persona con il suo mezzo di mobilità più sostenibile, le gambe.9 scale e ascensore del parco ventaglierijpeg

(Scale e ascensore del Parco Ventaglieri)


- Ma questo è un tema strettamente connesso ai problemi della viabilità.

- Napoli è una città morfologicamente molto complicata e sono pochi gli spostamenti che non prevedano dei salti di quota. Però proprio questa configurazione delle varie colline che si affacciano sulla piccola pianura al livello del mare, il Centro Storico, fa sì che si possa scendere dal Vomero o da Capodimonte al centro in poco più di 15 minuti, mentre con l’auto o i mezzi pubblici i tempi si dilatano e aumenta l’impatto ambientale.

- Però per convincere le persone a usare le scale bisogna riqualificarle e renderle sicure.

- Ci sono 10 milioni di euro del “Patto per Napoli” non ancora utilizzati, ottenuti da un bando a cui ha partecipato la precedente Amministrazione per riqualificare quattro percorsi storici: Moiariello, Pedamentina, Montesanto e Cacciottoli. E proprio recentemente la Soprintendenza ha approvato i progetti che ora si troverà a gestire la nuova Amministrazione. Certo non bastano, occorreranno altre risorse per le oltre 200 scalinate, ma oggi recuperare le scale di Napoli vuol dire anche utilizzarle per una riconversione ecologica della città.


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(Salita Pontecorvo)


- Le scale sono anche una risorsa dal punto di vista turistico.

- Dopo il Covid si è triplicato il numero di visite guidate sui percorsi delle scale perché, dopo le tantissime iniziative da noi organizzate, molte persone hanno imparato a usarle in alternativa ai mezzi pubblici e se ne sono incuriosite e poi anche perché questo tipo di appuntamenti alla scoperta della città all’aperto crea meno problemi di visite all’interno di palazzi, musei etc.

- Ma questo lavoro di riscoperta e valorizzazione il Coordinamento lo svolge da anni.

- Sì certo, crediamo molto nel valore della comunicazione e anche nella forza della cittadinanza attiva, siamo nati proprio su queste basi, come Coordinamento. E temiamo invece le proposte calate dall’alto, come quella della funivia che dovrebbe unire i due poli museali, l’Archeologico a valle e Capodimonte a monte. L’utilizzo delle scale come corridoi ecologici messi in rete con i parchi cittadini e con le fermate delle metro e delle funicolari avrebbe tutta un’altra valenza.10 ponte della sanitjpeg

(Il ponte della Sanità)


- In città esistono anche degli impianti di ascensore, a Chiaia, alla Sanità, ai Ventaglieri.

- Infatti, sull’esempio del territorio del quartiere Stella che utilizza molto l’ascensore della Sanità, si potrebbero proporre altre soluzioni simili. Ascensori, tapis roulant e scale mobili sono una valida alternativa a quest’anacronistico e brutto progetto della funivia che di fatto ripropone un nuovo ponte della Sanità col rischio di emarginare il territorio sottostante, che poi è quello che è accaduto a inizio ‘800. La storia ci dovrebbe insegnare qualcosa.

- Cosa si augura per Napoli?

- La mia visione per il futuro è che Napoli diventi una città policentrica, nella quale ogni cittadino abbia a portata di mano i servizi che gli servono o sia messo nella condizione di raggiungerli in massimo 15 minuti. A Parigi stanno già lavorando su questo, e noi con un’estensione molto più piccola e la risorsa delle scale - che sono un territorio resiliente, che ha resistito anche alla fase delle mani sulla città - abbiamo la possibilità di provarci. E di riuscirci.


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(Gradini Cacciottoli) 


Intanto, in attesa di capire come si muoverà la nuova Amministrazione e per ottenere che i cittadini prendano coscienza che la faticosa città verticale già offre delle valide possibilità per essere attraversata in modo intelligente (e curioso) le proposte non mancano. Spulciando nel sito del Coordinamento, http://www.scaledinapoli.com/ , troviamo tutte le proposte: realizzazione di una stairs-map digitale e cartacea, tematizzazione culturale-letteraria-storica di alcuni percorsi, programmazione di eventi culturali periodici dedicati, miglioramento e cura degli itinerari con adeguato arredo urbano, adozione di un format “Scale di Napoli” per la fruizione turistica, etc.

Tanti anni fa, quando iniziò il processo di sensibilizzazione che poi ha portato al Coordinamento, l’architetto e docente Aldo Capasso realizzò un dettagliato rilievo di tutti i percorsi pedonali della città. Forse si potrebbe partire proprio da questo lavoro…

 

 * TINA PANE (Napoli, 1962. Una laurea, un tesserino da pubblicista e un esodo incentivato da un lavoro per caso durato 30 anni. Ora libera: di camminare, fotografare, programmare viaggi anche brevissimi e vicini, scrivere di cose belle e di memorie)



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